2 gennaio 2019 - 17:35

Migranti, cibo e acqua scarseggiano: Malta offre aiuto ai 32 della Sea Watch

I migranti erano stati caricati il 22 dicembre scorso, ma da giorni sono in mare. Le condizioni sempre più critiche: mal di mare, cibo e acqua che scarseggiano. Dopo l'ennesimo appello, Malta ha accettato di accogliere la nave della ong nelle sue acque

di Redazione Online

Migranti, cibo e acqua scarseggiano: Malta offre aiuto   ai 32  della Sea Watch
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La nave Sea Watch 3, con 32 migranti a bordo, e la Sea Eye, con 17 profughi, sono entrate nelle acque maltesi per ricevere assistenza: la notizia viene fornita dal Times of Malta, che precisa che alle navi non è consentito di attraccare, ma è stata solo data l'autorizzazione di avvicinarsi, visto il peggioramento delle condizioni del mare. La nave della ong aveva salvato 32 migranti il 22 dicembre scorso, ma dopo giorni il rifiuto dei governi di accoglierli aveva reso sempre più complicata la situazione.

Il mare alto, acqua e cibo che scarseggiavano, le condizioni di salute sempre più precarie a bordo, hanno spinto il governo di Malta ad accettare di far entrare e la nave nelle proprie acque territoriali per ricevere assistenza ed evitare il peggio. Ancora non si parla, tuttavia, di far scendere a terra i naufraghi. «Nessuno potrà dire che non lo sapeva: a causa della lunga permanenza a bordo con cattive condizioni meteo, molti degli ospiti soffrono di forte mal di mare. Per una persona malnutrita e indebolita, la conseguente disidratazione può mettere a repentaglio la sua condizione», scrive su Twitter la Seawatch. Il rebus sullo sbarco dei migranti al momento è tutt'altro che risolto.

L'appello

Nel pomeriggio di mercoledì c'è stato l'ennesimo appello della ong Sea Watch international. A bordo della nave, l'equipaggio, esausto, ha cercato negli ultimi giorni di mettere al riparo i migranti ricavando per loro una piccola area asciutta in una zona meno battuta dal mare, ma la convivenza forzata e le cattive condizioni igienico sanitarie stanno mettendo a dura prova sia i migranti che l'equipaggio.

«Dato che non abbiamo la possibilità di approdare in un porto, vi preghiamo di accoglierci almeno nelle vostre acque territoriali, per stabilizzare la situazione a bordo e darci assistenza», avevano scritto dalla nave. Appello accolto da Malta, dopo che 300 accademici di tutto il mondo hanno inviato una richiesta agli Stati dell'Ue di assumersi responsabilità condivise per la gestione dei rifugiati e dei migranti. «La situazione attuale è insostenibile, pericolosa e inumana: è necessaria un'azione immediata», hanno detto gli accademici. A recuperare altri 17 naufraghi al largo della Libia alcuni giorni fa è stata anche la SeaEye: anch'essa potrà entrare nelle acque di Malta e ricevere assistenza. Le due organizzazioni avevano anche invano chiesto aiuto alla Germania. Già nei giorni scorsi Unhcr e Save The Children avevano lanciato appelli affinché si concedesse con urgenza un porto sicuro. Nel frattempo Sea Watch pubblicava l'elenco dei paesi e delle istituzioni che avrebbero «negato aiuto: Malta, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Ue».

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