26 gennaio 2019 - 11:26

Migranti ancora bloccati sulla Sea Watch, presidio a Siracusa: «Fateli scendere». Salvini vuole salire a bordo

Continua lo scontro tra il governo italiano e quello dei Paesi Bassi. Il ministro olandese: «Respingete subito gli irregolari e collaboriamo». I vescovi: «Pronti a farci carico dei minori»

di Redazione Online

Migranti ancora bloccati sulla Sea Watch, presidio a Siracusa: «Fateli scendere». Salvini vuole salire a bordo
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Ne parla Papa Francesco, dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Panama — «Insensato condannarli come minaccia per la società» — ne parla anche il Procuratore generale della Corte d’Appello, Giovanni Salvi, all’inaugurazione dell’anno giudiziario: «Mai anteporre la punizione dei colpevoli all’obbligo di salvare vite umane». Ma il fronte sempre caldo del tema migranti è in questo momento a Siracusa. Precisamente, a circa un miglio dalla costa dove, per la seconda notte consecutiva, la Sea Watch 3 fluttua tra le onde di un mare sempre più agitato. L’imbarcazione appartiene a un’organizzazione no profit tedesca — ma batte bandiera olandese — ha soccorso 47 migranti ormai otto giorni fa. Sono tutti esausti, provati sia fisicamente che psicologicamente. Ma le loro condizioni non hanno fatto cambiare idea ai vicepresidenti Di Maio e Salvini, perfettamente allineati sulla loro posizione: Sea Watch 3 batte bandiera olandese quindi della nave ong e dei 47 migranti a bordo, tra cui una decina di minori non accompagnati, se ne deve occupare l’Olanda. Ma il governo dell’Aja anche ieri ha ribadito il no già espresso venerdì.

Anzi, con il passare delle ore le posizioni del governo si fanno più rigide. Salvini a Milano ha ribadito l’intenzione di mettere sotto inchiesta l’equipaggio della nave per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: «Ci stiamo lavorando, stiamo valutando nelle prossime ore il fatto che si possa salire a bordo per acquisire tutti gli elementi utili per indagare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina le persone che aiutano nei fatti gli scafisti» ha affermato il ministro che ha sollecitato anche l’Olanda a ritirare la bandiera alla Sea Watch. L’intenzione del vicepremier è stata però stoppata dalla procura di Siracusa, competente per territorio e nonché unica titolata a promuovere un’azione giudiziaria (che riguarderebbe per giunta una nave sotto la giurisdizione di uno stato estero): «Al momento non ci sono elementi per un intervento» ha detto il procuratore Fabio Scavone.

Il presidio a Siracusa

Nel bel mezzo di questioni diplomatiche e diatribe internazionali, si inseriscono i cittadini di Siracusa. Che lanciano il loro appello attraverso lenzuoli esposti sulla via principale della città: «Fateli sbarcati», urlando a colpi di pennarello. Anche il sindaco Francesco Italia si unisce al coro: «Non si può fare una guerra sulla pelle di disperati. Il Comune e l’arcidiocesi sono pronti a fare la loro parte per accoglierli». I manifestanti si sono riuniti poi alla baia di Santa Penagia: oltre 400 persone, tra cui bambini. Il presidio è stato organizzato da 21 associazioni diverse. Ci sono anche famiglie con bambini. La procura dei minorenni di Catania ieri ha chiesto di fare sbarcare i 13 minori di cui otto non accompagnati. Minori che Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini si sarebbe detta pronta ad accogliere, in una nota inviata al Viminale: «Abbiamo 201 case famiglia in Italia in cui accogliamo disabili e orfani e siamo disposti ad accogliere i ragazzi». Non cambia idea Salvini, che torna a ripetere: «Possono indagarmi e minacciarmi, ma io non cambio idea. In Italia si entra rispettando leggi e regole, per gli scafisti e i loro complici i porti italiani sono e resteranno chiusi. Nave olandese di Ong tedesca? Amsterdam o Berlino vi aspettano».

La risposta dell’Olanda

Alla richiesta dei ministri italiani, ha risposto il ministro dell’integrazione olandese Mark Harbers: «I Paesi Bassi sono a favore di una soluzione strutturale tramite la quale, immediatamente in seguito allo sbarco, venga fatta distinzione tra coloro che hanno diritto alla protezione internazionale e coloro che non hanno questo diritto. Coloro i quali non dovessero avere diritto alla protezione internazionale, dovranno essere rifiutati e rispediti indietro immediatamente dopo l’arrivo alla frontiera esterna europea». Poco dopo, in un comunicato congiunto, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), l’Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e l’Unicef hanno dichiarato: «È urgente garantire lo sbarco in un porto sicuro ai 47 migranti e rifugiati da 7 giorni a bordo della «SeaWatch 3».

I vescovi: «Pronti a farci carico dei minori della Sea Watch»

E sulla vicenda intervengono anche i vescovi: «Siamo pronti farci carico dei minori della Sea Watch» fa sapere la Cei. Monsignor Stefano Russo spiega: «Pur condividendo che la risposta a un fenomeno così globale come quello migratorio chiama in causa tutti i Paesi europei, il dramma che si consuma davanti alle nostre coste non può lasciarci in silenzio. La nostra voce si unisce a quella della Chiesa di Siracusa, come pure di altre Istituzioni, Associazioni e Comunità impossibilitate a distogliere ancora lo sguardo da queste vittime».

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