4 marzo 2019 - 07:25

Droga, stupri e rapimenti: 34 arresti per mafia in Sicilia. C’è anche capo ultrà Juventus

Blitz della Dia contro Cosa nostra e i suoi affari in Sicilia. Fermi ad Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma. Tra i reati contestati anche sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso

di Alessandro Fulloni

 Il capo ultrà bianconero Andrea Puntorno Il capo ultrà bianconero Andrea Puntorno
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Traffico di droga, sequestri di persona. Addirittura stupri ordinati dal boss. Blitz della Dia contro Cosa nostra e i suoi affari in Sicilia, 34 gli ordini di arresto. Fermato pure un capo ultrà della Juve, Andrea Puntorno, uno dei leader del gruppo «Bravi ragazzi», in passato già al centro di indagini riguardanti spaccio e business illegali dei biglietti delle partite.

L’inchiesta è stata condotta dalla Direzione investigativa antimafia che ha eseguito ad Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 persone accusate di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio. All’operazione hanno preso parte anche i carabinieri del Comando provinciale di Agrigento che hanno eseguito ulteriori 2 ordinanze di custodia cautelare, per concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso.

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I due fiancheggiatori

Tra gli arrestati, anche due fiancheggiatori di Antonio Massimino, considerato l’attuale reggente della famiglia mafiosa di Agrigento. I carabinieri del Comando provinciale hanno sottoposto ai domiciliari, per sequestro di persona e violenza sessuale, Gabriele Micciché, 28 enne di Agrigento, ritenuto braccio operativo del boss Massimino, e Salvatore Ganci, 45 enne del luogo, commerciante di auto.

Violenze sessuali ordinate dal boss

I due avrebbero eseguito un sequestro di persona e una violenza sessuale per volontà del boss Massimino. Questi, cinquantenne, si trovava già rinchiuso presso la Casa Circondariale dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di aver ordinato il sequestro di persona e di avere commesso una violenza sessuale. L’accusa nasce da una truffa ai danni di un commerciante di auto. L’acquirente di una macchina avrebbe pagato con assegno scoperto. Per questo era stato attirato con un pretesto in un magazzino, quindi trattenuto, minacciato dai sequestratori armati e costretto a restituire l’auto. In quella occasione Massimino si sarebbe spinto a molestare la compagna dell’uomo: anche questo era un modo per affermare la propria supremazia criminale da parte del boss, considerato violento e feroce e con tanti contatti, anche con la ‘ndrangheta.

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Droga e biglietti: gli affari dei «Bravi ragazzi» Juve

Il ruolo del capo ultrà Juve

Secondo gli investigatori e gli inquirenti Puntorno era in rapporti proprio con Massimino. L’ultrà — dal curriculum penale assai lungo — era tornato un anno fa ad Agrigento, lasciando Torino. Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata dalla procura di Palermo, l’uomo, già sottoposto a sorveglianza speciale, farebbe parte dell’associazione per delinquere sgominata dalla Dia. Il capo dei «Bravi ragazzi» era stato già coinvolto in operazioni contro lo smercio di droga e un vasto bagarinaggio. Uno scenario che riguardava la gestione occulta dei biglietti e il traffico di eroina e cocaina in curva e non solo. Il capocentro Dia di Palermo, Antonio Amoroso, parla di lui come «un tifoso della frangia più estrema della Juventus, coinvolto in passato in indagini di droga e ritornato nella sua città di origine, appunto Agrigento». Vasto il giro di droga ad Agrigento, di cui Puntorno sarebbe stato un tassello fondamentale. L’approvvigionamento della droga avveniva da diversificati canali, quali quello calabrese, per il tramite di un broker agrigentino; palermitano, espressione della cosca della Noce; di Palma di Montechiaro, ascrivibile a un gruppo di matrice stiddara.

L’inchiesta di Report

I business dei biglietti illegali e dello spaccio che ruotavano attorno alla curva bianconera erano stati raccontati anche da un’inchiesta di Report dello scorso autunno. Lo stadio come zona franca, dove l’ordine era in mano agli ultrà: ogni gruppo guidato da un leader pluripregiudicato e, secondo la Digos, legato alla criminalità organizzata. Uno di questi era appunto Andrea Puntorno. Il capo dei «Bravi Ragazzi», intervistato, diceva: «La Juve ha sempre dato delle quote di biglietti e abbonamenti agli ultrà per quieto vivere. Il business c’è, certo che c’è: con i biglietti faccio dai 25 ai 40 mila euro a settimana. Io con lo stadio mi ci sono comprato due case, un panificio e l’Audi». Report aveva anche raccontato il ruolo di Rocco Dominello, leader dei Drughi, nullafacente che andava in giro in Jaguar, condannato a 7 anni per associazione mafiosa.

Salvini: «Grande operazione per cui essere orgogliosi»

«Più di 30 arresti per mafia, armi, sequestro di persona, droga, perfino violenza sessuale: così è stata stroncata un’organizzazione criminale di Agrigento e con ramificazioni in altre regioni. Dopo le manette per un terrorista algerino dell’Isis e la cattura del superlatitante Di Lauro, le nostre forze dell’ordine e gli inquirenti ci regalano l’ennesima grande operazione per cui essere orgogliosi. Avanti così, senza fermarsi». Lo afferma il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

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