24 marzo 2019 - 13:12

Reggio Emilia, circoncisione in casa: morto un bimbo di 5 mesi

I genitori sono di origini ghanesi e il piccolo è arrivato in condizioni disperate al Sant’Orsola di Bologna. Sul caso la Procura reggiana ha aperto un fascicolo per omicidio colposo

di Agostino Gramigna

Reggio Emilia, circoncisione in casa: morto un bimbo di 5 mesi
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Il bambino di quasi cinque mesi è morto in ospedale a Bologna dopo diverse ore di agonia. Quando è arrivato i dottori non hanno potuto fare molto. Le sue condizioni erano gravissime. Qualche ora prima era stato «operato» in casa, l’origine del dramma. I genitori dopo averlo adagiato su un letto avevano cominciato la circoncisione rituale, cioè l’asportazione del prepuzio. Probabilmente a causare la morte è stata un’emorragia. Un caso destinato a fare discutere e suscitare polemiche. Com’è successo neanche tre mesi fa a Monterotondo, alle porte di Roma, quando un bimbo nigeriano di due anni è morto per lo stesso motivo.

Indagati

Il neonato di cinque mesi abitava in una casa a Scandiano, Reggio Emilia, con il padre di 40 anni, la madre di 30 e tre fratellini più grandi. I genitori, di origine ghanese, sono ora indagati per omicidio colposo. Secondo quanto ricostruito, la circoncisione è stata praticata in casa, nel centro storico del paese. I parenti si sono presentati con il figlioletto al pronto soccorso dell’ospedale Magati venerdì alle otto di sera. Il bambino era già in arresto cardiaco. I medici hanno tentato di rianimarlo. Considerata la gravità della situazione hanno deciso di trasferirlo con l’elisoccorso all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il piccolo è morto nella notte. L’autopsia, che sarà disposta nelle prossime ore dal sostituto procuratore Isabella Chiesi, potrà chiarire la vicenda.

Che cosa è la circoncisione? E quando è rischiosa?
Che cos’è

Il ministro Grillo

Il sindaco di Scandiano Alessio Mammi (Pd) auspica giustizia per i responsabili e parla di un fatto gravissimo: «Sul territorio ci sono «servizi che consentono di fare simili interventi in sicurezza». Netto il giudizio espresso su Facebook dal ministro della salute Giulia Grillo: «Un altro bimbo morto per una circoncisione rituale fatta in casa in modo illegale. La circoncisione è un’operazione chirurgica e va fatta rispettando le norme igienico-sanitarie. La salute e la vita dei bambini vengono prima di tutto». Chiede invece con urgenza una «legge nazionale» Foad Aodi, fondatore dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) «affinché si autorizzino le strutture pubbliche e private ad effettuare le circoncisioni presso gli ospedali con costi accessibili». Le statistiche offrono questo quadro. Ogni anno in Italia per motivi religiosi e culturali vengono circoncisi tra i 4 e i 5 mila bambini stranieri. Le operazioni clandestine, sottolinea Aodi, a dicembre erano «più del 35% a livello nazionale. Scese al 25% dopo la morte del bimbo a Monterotondo». La Grande moschea di Roma ha lanciato un appello ai musulmani affinché si avvalgano unicamente di strutture sanitarie pubbliche o private.

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