Massimo Ciavarro: «Faccio una vita ascetica. Mio figlio Paolo e Clizia Incorvaia sono terrorizzati quando mi lasciano mio nipote. Eleonora Giorgi? Avevamo un progetto»

di Candida Morvillo

«Odiavo fare l’attore, lavorai con Nicole Kidman e la trovai priva di ogni sex appeal. Con Moana Pozzi sono stato solo una sera»

Massimo Ciavarro: «Faccio una vita ascetica. Mio figlio Paolo e Clizia   Incorvaia sono terrorizzati quando mi lasciano mio nipote. Eleonora Giorgi? Avevamo un progetto»

Ripubblichiamo l’intervista a Massimo Ciavarro dello scorso 15 marzo, una delle più apprezzate dalle nostre lettrici e dai nostri lettori nel 2023.

«Mi fa strano parlare con una giornalista. È un secolo che non faccio interviste».
Per questo l’ho cercata: per sapere dov’è e che fa Massimo Ciavarro, il biondino che negli anni ’70 e ’80 faceva impazzire le donne. «Dove sono non glielo dico, se no, mi prende in giro».

Io? Mai.
«In un Ashram nelle Marche».

E che ci fa in un Ashram?
«Vita ascetica, pratico yoga, cure ayurvediche, convivo con chi c’è. Ogni tanto, vengo qui per qualche giorno: è la mia fuga da questo mondo impazzito e folle. Abbiamo di colpo le persone maciullate alle porte di casa, il Covid, la crisi economica, energetica. E già c’erano il consumismo, i social… Poi, io meno sto a contatto con la gente e meglio mi sento».

Ma è un 5 stelle lusso?
«Ma che è pazza? Si dorme in un camerone condiviso, laviamo i piatti, cuciniamo, puliamo a rotazione. Si lavora da paura. E pure i trattamenti sono pesanti se hai da sistemare gli acciacchi fisici: io ho passato trent’anni a zappare la terra e notti e notti a pescare».

Come finì a zappare la star dei fotoromanzi, il biondino di «Sapore di Mare 2»?
«È più strano che sia finito nei fotoromanzi e al cinema piuttosto che, dopo, mi sia ritirato in campagna. Fin da piccolo andavo sempre con papà in un campo che aveva fuori Roma. Ma papà morì prestissimo: io avevo 13 anni. E prima di morire mi disse la frase che mi ha rovinato: Massimo, questa è forse l’ultima volta che ti vedo, prenditi cura di tua mamma e delle tue due sorelle. Mi ha lasciato ‘sto fardello a 13 anni. Presi in mano la sua attività, lui era commerciante: acquistava in tutta Europa e vendeva in Italia. Ma succede che tutto quello che compravo dovevo pagarlo e tutto quello che vendevo non mi veniva pagato. Così, quando a 14 anni mi offrirono un fotoromanzo, accettai».

Grand Hotel le dava cinque milioni di lire al mese.
«Erano tanti: ma i fotoromanzi andavano forte perché non c’era nient’altro, non c’erano fiction, social, niente. Poi da lì, arrivò il cinema. Ma non mi è mai piaciuto essere attore. Per recitare, devi essere narcisista, egoriferito, esibizionista. Io sono l’esatto contrario. Certo, non potevo sputare su una fortuna economica, ma il cinema mi metteva ansia e stress, appena ho potuto, ho fatto cose che mi somigliavano di più: l’azienda agricola, il produttore di tre film e di tre documentari, e oggi un’attività turistica a Lampedusa, dove organizzo pure, da 14 anni, un festival di cinema, Vento del Nord, con Laura Delli Colli».

Quanto sta a Lampedusa?
«Dai primi di aprile ai primi di novembre. Facendo avanti e indietro: non è che sparisco da Roma. Ora, sono pure nonno».

Suo figlio Paolo, conduttore tv, ha conosciuto al Grande Fratello l’influencer Clizia Incorvaia e hanno un maschietto.
«Gabriele ha un anno, è bellissimo, anche se stando tanto a Lampedusa, non è che l’ho stravisto. Ma domenica, Clizia non c’era, Paolo doveva giocare a tennis e mi ha chiesto: lo tieni? L’ho preso. Il bimbo era un po’ sconcertato, Paolo terrorizzato che gli dessi cose che non gli vanno date. Infatti, gli ho dato una pallina da tennis e Paolo è uscito dal campo infuriato dicendo che era sporca di terra».

Come fu essere un sex symbol?
«Che ne so… Io stavo sempre chiuso a casa».

La volta che usciva?
«Mi riconoscevano. Ma ci ero abituato: venivo da dieci anni di fotoromanzi e, in redazione, arrivavano tonnellate di lettere di fan. Vengo riconosciuto ancora oggi. La metà delle donne mi dice che aveva il mio poster nella cameretta. Faccio parte di quei dinosauri che riconoscono tutti. Oggi, invece, i personaggi nascono e spariscono».

Nei primi film, interpretava sempre il bel ragazzo che faceva innamorare tutte. Era così anche nella vita?
«Il contrario: avevo una fidanzata, stavo sempre con lei, costruivo reti da pesca, cucivo bandiere della Roma. Mi è sempre piaciuto costruire cose. Dopo, ho avuto un paio di anni di vita notturna: i miei anni più schifosi».

Fu allora che ebbe una storia con Moana Pozzi?
«Una storia? Ci sono stato una sola sera. Dopo dieci esami in Giurisprudenza, mi ero iscritto a una scuola di recitazione, la Scaletta, c’erano lei e pure Margherita Buy, già stressatissima come oggi. Moana era timidissima, sensibile, di buona famiglia, ricca. Una volta, stavamo chiacchierando e finimmo a letto».

Moana le diede voto 6.
«Così scrisse nel suo libro, dato che non m’ero tolto i boxer».

Con Isabella Ferrari, la Selvaggia di «Sapore di mare» successe mai qualcosa?
«Ma no».

Con Nicole Kidman?
«Era carinissima, ma al di fuori da ogni tentazione. Giravamo Un’australiana a Roma, era giovanissima, una cavallona alta alta, tutta riccia, priva di ogni sex appeal. Quando si chiacchierava col regista Sergio Martino, diceva: io arriverò, io farò un gran carriera… Io e Sergio pensavamo: guarda ‘sta disgraziata. Fra noi, non ci fu niente. E poi stavo già con Eleonora, che mi mettevo a fare il pagliaccio?».

Eleonora Giorgi era il sogno erotico del cinema anni ’70 ed è stata sua moglie, negli anni della campagna.
«Avevamo un progetto condiviso: abbiamo costruito case, allevato animali, fatto l’olio, siamo stati bene, è nato Paolo. Preferivamo quello ai film. Poi, Eleonora mi ha lasciato, mi sono fidanzato con una svedese e, quando se n’è andata anche lei, mi sono detto che lì, da solo, rischiavo l’abbrutimento. Intanto, avevo già scoperto Lampedusa».

Ora, è fidanzato?
«Ho una persona a cui voglio molto bene. Voler bene è di più dell’amore, che è una cosa un po’ folle, contorta».

In tv, ha confessato d’aver detto «ti amo» per la prima volta a 58 anni.
«È così».

L’ultimo film è Natale a 5 stelle di Marco Risi, del 2018. I copioni arrivano ancora?
«Arrivano. Gabriele Muccino mi voleva nella serie A casa tutti bene, ma, alla fine, lo stress da set non m’interessa. E non si tratta neanche di rifiutare dei soldi: ormai sono pagati bene solo i grandi protagonisti. L’attore lo fai se hai la passione e io non ce l’ho».

Che cosa ha voglia di fare nei prossimi anni?
«Vorrei come tutti, tranquillità. Vorrei non lottare contro i mulini a vento. E, per non capire e non vedere tante cose, vorrei essere stupido».


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31 dicembre 2023 (modifica il 1 gennaio 2024 | 07:15)