7 agosto 2018 - 08:27

Prove di flat tax, aliquota al 15% sui redditi incrementali

In attesa della proposta del governo, si ipotizza la tassa piatta soltanto sull’incremento di reddito che viene a realizzarsi da un anno all’altro

di Lorenzo Salvia

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Oggi arriva in Parlamento il disegno di legge sulla flat tax. Non è quello del governo che, se davvero si concretizzerà, troverà posto nella legge di Bilancio, da presentare dopo l’estate. Il testo porta la firma dei senatori di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che non fa parte del governo. Ma potrebbe trasformarsi in un suggerimento indiretto proprio per l’esecutivo.

La flat tax di Fratelli d’Italia ha una particolarità: la tassa piatta, con un’aliquota unica al 15%, si applicherebbe solo al cosiddetto reddito incrementale. Cosa vuol dire? Nel 2018 una persona ha un reddito di 50 mila euro, l’anno dopo sale a 60 mila euro.

La tassa del 15% si applica solo su quei 10 mila euro in più che ha guadagnato nel secondo anno. La proposta, primo firmatario il senatore Andrea De Bertoldi, potrebbe far emergere un po’ di evasione fiscale, proprio perché sarebbero gli aumenti di reddito dichiarato a far scattare lo sconto sulle tasse. Ma, soprattutto, avrebbe il vantaggio di rendere meno costosa una riforma che altrimenti rischia di non essere compatibile con la necessità, sottolineata dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, di mantenere gli equilibri di bilancio.

In realtà l’ipotesi di applicare la flat tax solo ai redditi incrementali era già stata presa in considerazione dopo le elezioni da tutto il centrodestra, visto che la tassa piatta era una proposta sostenuta dall’intera coalizione, con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Applicata solo agli aumenti di reddito, la flat tax potrebbe così partire in via sperimentale per poi essere estesa negli anni successivi. Resta un’incognita però. Molto dipende da come verrebbe disegnato in concreto, ma il meccanismo potrebbe violare il principio costituzionale della progressività del sistema fiscale. Chi ha un reddito di 80 mila euro, pagherebbe l’aliquota marginale del 43%, la più alta oggi prevista. Ma se l’anno successivo il suo reddito dovesse salire a 90 mila euro, su quei 10 mila euro in più, l’aliquota scenderebbe al 15%. Di fatto una progressività al contrario.

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