11 aprile 2018 - 07:46

Cairo: Rcs è un editore multimediale
Prodotti nuovi, pubblicità in crescita

Il presidente alla serata di gala del Salone del risparmio, industria da 2 mila miliardi

di Fabrizio Massaro e Marco Sabella

Urbano Cairo (a sinistra), presidente e ad di Rcs Mediagroup Urbano Cairo (a sinistra), presidente e ad di Rcs Mediagroup
shadow

Il presidente e amministratore delegato del gruppo Rcs Mediagroup Urbano Cairo, special guest della serata inaugurale del Salone del risparmio, si confessa davanti a centinaia di gestori e manager dell’industria del risparmio gestito: «Conquistare Rcs è un sogno che mi porto dietro dal 1991, da quando la Rizzoli allora guidata da Claudio Calabi mi diede fiducia, senza avere allora neanche un ufficio. L’Ops l’ho lanciata l’8 aprile 2016 ma l’idea era venuta in realtà l’anno prima. Però il titolo era schizzato alle stelle e soprassedemmo per un anno». Ora l’attenzione è sulla crescita: «Con il dg Alessandro Bompieri stiamo rilanciando un’attività libraria importante che si chiama Solferino. Stiamo rilanciando i libri perché un editore multimediale come noi, tra internet e tv, non può non avere una attività come i libri, che è anche anticiclica. Dopo 130 milioni di efficientamento e di tagli senza ridurre dipendenti abbiamo lanciato prodotti nuovi e la raccolta pubblicitaria è finalmente aumentata, anche se di poco, l’1%, dopo tanti anni. Anche la tecnologia è importante e per questo dobbiamo dedicare più investimenti all’online. ma mantenendo molto alto l’impegno sulla carta. Non dobbiamo dimenticare che su 900 milioni di ricavi 150 vengono dall’online ma gli altri 750 sono prodotti dall’offline. Ma abbiamo buoni risultati, il paywall sul Corriere sta andando molto bene».

La mattina era iniziata con la relazione del presidente di Assogestioni, Tommaso Corcos, all’inaugurazione della tre giorni milanese del Salone del risparmio. Un appuntamento tradizionale, ormai giunto alla nona edizione, che costituisce un forum di importanza decisiva per capire le tendenze del risparmio gestito e della ricchezza finanziaria degli italiani, una grandezza che ammonta a oltre 4.300 miliardi di euro, dei quali circa 2.100 affidati, per l’appunto, al risparmio gestito sotto forma di fondi di investimento (51%) e di mandati per la gestione di portafoglio (49%). I numeri snocciolati da Corcos di fronte a una platea di specialisti evidenziano che le masse amministrate sono all’incirca raddoppiate in meno di dieci anni e che solo nel 2017 sono cresciute ad un ritmo di 97,5 miliardi in termini di nuova raccolta.

Tra gli strumenti di maggiore importanza che hanno fatto il loro ingresso sul mercato — ha ricordato Corcos — ci sono i Pir, i piani di risparmio individuali che investono nel capitale e nel debito delle Pmi italiane e che costituiscono un anello di importanza crescente nella connessione tra l’economia finanziaria e l’economia reale. «Non c’è dubbio che i Pir costituiscano e costituiranno una fonte di innovazione e finanziamento particolarmente importante per le Pmi», ha sottolineato Corcos. Nel 2017 i piani individuali di risparmio hanno registrato una raccolta di 11 miliardi di euro da parte di oltre 60 fondi specializzati. I dati di Assogestioni evidenziano anche una tendenza importante alla riduzione dei costi per commissioni, che entro il 2020 dovrebbero ridursi del 22% rispetto ai valori del 2013. Infine l’industria del risparmio gestito è pronta per l’introduzione dei Pepp, i prodotti pensionistici individuali paneuropei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT