26 aprile 2018 - 12:25

Alitalia, dal governo più tempo per la vendita. Ma Lufthansa: «Troppi costi, non ci interessa»

Approvato il provvedimento che proroga i termini per la vendita e per il rimborso del prestito ponte. Il colosso tedesco: «Vanno rivisti costi, dimensione e destinazioni»

di Claudio Del Frate

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Il governo concede più tempo per il salvataggio di Alitalia: al termine del consiglio dei ministri il presidente Paolo gentiloni ha annunciato che è stato approvato il decreto grazie al quale vengono prorogati i tempi per la vendita della compagnia aerea e per il rimborso del «prestito ponte» che era stato concesso all’azienda. Una notizia positiva per Alitalia che però controbilancia quella negativa uscita in mattinata vale a dire il «raffreddamento» di interesse da parte di Lufthansa considerata l’acquirente più probabile. «Alitalia deve essere ristrutturata, allo stato attuale non ci interessa» ha fatto sapere Ulrik Svensson direttore finanziario del colosso tedesco dei cieli. Alitalia «va ristrutturata in termini di dimensione, costi e destinazioni. E questa ristrutturazione va fatta dall’Italia non possiamo farla noi da azionisti», ha specificato Svensson, secondo quanto confermato da fonti di Lufthansa.

Calenda: «Sei mesi per la vendita»

«La situazione resta fragile» ha dovuto ammettere dal canto suo il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. «I commissari hanno ben operato, il prestito ponte è pressoché intatto ma Alitalia resta un’azienda piccola che deve fare investimenti significativi» ha detto il ministro dopo la seduta del consiglio. Secondo Calenda, tuttavia, toccherà al nuovo governo portare a termine il passaggio di proprietà di Alitalia, operazione che richiederà 6 mesi: «È chiaro che adesso bisogna entrare in un fase di negoziazione più stretta che presuppone che ci sia un governo, che su questo abbia possibilità di esprimere il proprio orientamento. Dal momento dell’accordo per la vendita al trasferimento dell’asset ci vorrebbero 6 mesi, tra antitrust europeo e due diligence» quindi va data «la possibilità agli investitori di interloquire con il nuovo governo».

L’indagine Ue sul prestito

Sul destino della compagnia di bandiera pesa anche il giudizio della ommissione Europea la quale due giorni fa ha aperto un’indagine proprio sul prestito ponte da 900 milioni di euro concesso dal governo italiano. Bruxelles sospetta infatti che quei soldi costituiscano un indebito aiuto di Stato, sospetto reso esplicito da una nota ufficiale: «La durata del prestito che va da maggio 2017 fino almeno a dicembre 2018 supera la durata massima di sei mesi prevista dagli orientamenti per i prestiti di salvataggio. «È compito della Commissione garantire che i prestiti che gli Stati membri concedono alle imprese siano conformi alle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato. Verificheremo se il prestito concesso ad Alitalia è conforme a tali norme» scrive nella nota Margrethe Vestager, commissaria responsabile per la concorrenza.

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