30 giugno 2018 - 10:00

Il ritorno dei «voucher», la proposta del governo per l’agricoltura

Intanto un gruppo di società della «food delivery», Foodora in testa, ha proposto una «carta dei valori dei rider»

di Dario Di Vico

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Lunedì parte il tavolo ministeriale per negoziare le nuove tutele dei rider. L’iniziativa voluta dal neo-ministro Luigi Di Maio incontra un largo favore: anche se i ciclo-fattorini non superano nella migliore delle ipotesi quota 10 mila sono diventati il simbolo del lavoro precario/sottopagato e di conseguenza l’adozione di normative più eque può servire a riconciliare una fetta di giovani con la giustizia sociale.

A movimentare la vigilia è stata annunciata ieri da parte di un gruppo di società del food delivery (Foodora, Foodracers, Moovenda e Prestofood) la promozione di «una carta dei valori del rider» che elenca le misure che le aziende si impegnano a introdurre a favore dei loro dipendenti. La Carta è in qualche maniera un’anticipazione di quanto diranno Foodora e le altre al tavolo con il ministro e si lascia alle spalle la fase del conflitto, nella quale l’azienda tedesca aveva minacciato di chiudere la filiale italiana.

Il punto di partenza del documento presentato ieri è la contrattualizzazione dei fattorini con lo strumento del co.co.co. che prevede comunque la copertura Inail e le tutele Inps. Gli altri punti riguardano un’assicurazione contro i danni a terzi, la definizione di «un compenso equo e adeguato» con una base oraria e una componente variabile legate alle consegne. Le società di consegna del cibo a domicilio si impegnano anche a fornire ai rider i dispositivi per la sicurezza personale e a non utilizzare gli algoritmi su base reputazionale (ovvero ci si può rifiutare di fare una consegna senza essere censurati o penalizzati).

In sintesi la posizione di Foodora dice no alle assunzioni ma supera il cottimo e promette maggiorazioni di paga. Naturalmente la Carta è uno schema che va riempito con dei numeri e come sempre la definizione delle grandezze è il cuore del negoziato. Le società saranno molto attente a che l’aumento del costo del lavoro non influisca in modo determinante sul prezzo al consumatore finale.

La posizione di Foodora pre-tavolo non è condivisa dagli altri big della consegna del cibo. Deliveroo Italia, per esempio, preferisce aspettare le proposte del ministro e considera prematura qualsiasi anticipazione di contenuti. È noto poi come Deliveroo non sia favorevole alla forma contrattuale del co.co.co.

Anche Matteo Pichi, amministratore delegato di Glovo, nutre dubbi sull’iniziativa della Carta: «Penso che si debba trovare la forma contrattuale giusta per tutti e poi costruire le tutele necessarie. Confesso che l’iniziativa di Foodora ci ha spiazzato e preferisco attendere le risultanze del tavolo di lunedì. È chiaro che tutti auspichiamo una soluzione veloce che annulli il rischio di business insito in questa fase di incertezza regolatoria». «Il nostro è solo un primo contributo — replica Gianluca Cocco (Foodora) — la speranza è che ci si possa trovare tutti d’accordo. Però difendiamo la formula del co.co.co. proprio perché a differenza della ritenuta d’acconto e della partita Iva prevede le coperture Inps e Inail».

In parallelo al negoziato sui rider il governo ieri ha annunciato un’altra novità. Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha dichiarato che ripristinerà i voucher in agricoltura perché «sono utili a combattere il lavoro nero e a rendere più efficaci i controlli». Assicurano la piena legalità della prestazione lavorativa, le coperture assicurative e l’accumulo dei contributi previdenziali. La sortita del ministro è stata immediatamente salutata con favore dalla Coldiretti, che spingendo il cuore oltre l’ostacolo ha stimato cinquantamila posti di lavoro occasionali in più nelle campagne grazie proprio al ritorno del voucher. Un test sarà costituito dalla vendemmia, tradizionale serbatoio di mano d’opera più o meno giovane.

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