19 luglio 2018 - 22:02

Gara Ilva, dubbi dell’Anac di Cantone
Il ministro Di Maio: «Ora valutiamo»

L’authority anticorruzione in un documento di sette pagine: «Criticità, ma la decisione sull’annullamento spetta al governo». Le questioni del rinvio del piano ambientale, le scadenze intermedie e i mancati rilanci degli altri offerenti

di Fabio Savelli

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L’iter della gara con cui il ministero dello Sviluppo, guidato allora da Carlo Calenda, ha assegnato l’Ilva alla cordata AmInvestCo presenta alcune criticità. L’authority anticorruzione di Raffaele Cantone ha risposto ieri, con una lettera di sette pagine, alla richiesta del dicastero di Luigi Di Maio. Accreditando le perplessità dei tecnici che lo stesso ministro ha messo sul dossier nelle settimane scorse. L’authority però ha scritto nel documento che un eventuale stop alla procedura di cessione ad ArcelorMittal può essere valutato soltanto dal governo nel caso in cui sussista, come prevede la legge, il «preminente interesse pubblico» all’annullamento.

Ennesimo cortocircuito Ilva. Ieri, non è appena arrivata la lettera, a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione straordinaria in cui Di Maio ha riferito al premier Giuseppe Conte i contenuti della lettera di Cantone per «valutare i passi successivi da compiere». Oggi il ministro andrà in aula per rispondere ad un’interpellanza parlamentare sull’Ilva. Avrebbe dovuto incontrare anche i Commissari straordinari Enrico Laghi, Corrado Carrubba e Piero Gnudi sul negoziato con il gruppo siderurgico franco-indiano che sta preparando una proposta migliorativa, sia sul fronte occupazionale sia su quello ambientale, per dissipare tutti i dubbi. Ma a questo punto non è più scontato nulla. Perché Cantone ha evidenziato che non tutto è stato perfetto nella procedura.

I tre aspetti critici riguardano il rinvio del piano ambientale, le scadenze intermedie di attuazione e i mancati rilanci finali degli altri offerenti, quest’ultimo aspetto segnalato anche dal governatore della regione Puglia Michele Emiliano nella lettera che ha riaperto la querelle sul destino dell’acciaieria. A ben vedere il nodo più spinoso riguarda le scadenze intermedie che non sono slittate ed erano vincolanti. L’Anac spiega che il mancato adeguamento alle prescrizioni fissate dal ministero potrebbe essere sanzionata con l’esclusione dalla gara. Ciò che è certo è che il piano ambientale è passato al vaglio della Commissione tecnica del ministero dell’Ambiente. Mentre sui mancati rilanci è stato rispettato il parere dell’Avvocatura dello Stato interpellata già da Calenda.

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