3 maggio 2018 - 13:09

Xiaomi, gli sconosciuti cellulari cinesi che valgono 100 miliardi

Sono noti agli appassionati di tecnologia ma sconosciuti al grande pubblico eppure la società cinese di smartphone ha depositato i documenti per quotarsi. Il piano porterebbe il valore di Xiaomi fino a 100 miliardi di dollari

di Corinna De Cesare

Il fondatore di Xiaomi, Lei Jun Il fondatore di Xiaomi, Lei Jun
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Noti agli smanettoni di smartphone, sconosciuti al grande pubblico. Eppure Xiaomi, i produttori cinesi (arrivati anche in Italia) che inizialmente si erano fatti conoscere grazie alla vendita di prodotti chiaramente ispirati agli iPhone, valgono ora 100 miliardi di dollari. Il gruppo cinese di smartphone Xiaomi è pronto a debuttare alla Borsa di Hong Kong in quella destinata ad essere la maggiore quotazione dell’anno e la più grande da quattro anni, dai tempi dello sbarco a Wall Street di Alibaba. Xiaomi, secondo quanto riferito dai media, ha presentato una richiesta di quotazione e secondo l’agenzia Bloomberg, che ha consultato il documento preliminare depositato, la transazione potrebbe consentire all’azienda cinese di raccogliere 10 miliardi di dollari. Un importo che valorizzerebbe la società con sede a Pechino intorno ai 100 miliardi di dollari. Xiaomi, nel terzo trimestre 2017, è diventato il quinto più grande produttore di smartphone con una quota di mercato del 7,4%, dietro Oppo e Huawei e ai leader di mercato Samsung e Apple. Ma gli investitori puntano su una rapida crescita.

I ricavi del 2017 sono aumentati del 67,5% su base annua a 114,62 miliardi di yuan (18 miliardi di dollari), di cui 82,5 miliardi generati dalle attività in Cina (+39,2%) e 32,1 miliardi da quelle all’estero (+250,4%). Oltre agli smartphones (il 70,3% dei ricavi), Xiaomi vanta il comparto apparecchiature connesse a internet (20,5%), dai gadget agli scooter, dai purificatori d’aria ai bollitori di riso fino ai servizi Internet (8,6%). Il residuo 0,6% è legato ad altre attività. Ma gli smartphone, relativamente meno costosi, sono una minaccia crescente per i colossi Samsung e Apple. L’Ipo di Xiaomi sarà una delle prime con le nuove regole di Hong Kong in base alle quali compagnie con differenti classi di azioni possono quotarsi per attrarre più compagnie tecnologiche e superare la concorrenza di New York e dei listini di Shanghai e Shenzhen. La Borsa dell’ex colonia britannica punta ad attrarre nel biennio società hi-tech cinesi per una capitalizzazione di mercato di combinata di 500 miliardi di dollari. In una lettera agli investitori, il fondatore e presidente di Xiaomi, Lei Jun, ha detto che la compagnia ha l’ambizione di diventare «in futuro una parte della vita di miliardi di persone a livello globale».

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