26 settembre 2018 - 11:27

Tria: «Manovra di crescita, ma stiamo attenti. Ho giurato in interesse
della nazione. E non solo io»|Mutui e spese mediche: allo studio il taglio delle detrazioni al 17%

Il «Financial Times» lo ha definito l’uomo di mezzo: il ministro delle Finanze al bivio tra mantenere il deficit italiano a livelli sostenibili e attuare le riforme

di Corinna De Cesare

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In qualità di ministro «ho giurato di esercitare le mie funzioni nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri. E questo giuramento lo abbiamo fatto tutti (i ministri, ndr). Ognuno può avere una propria visione dell’interesse della nazione ma in scienza e coscienza io cerco di trovare il giusto mix». Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ospite di un convegno di Confcommercio, ne approfitta per mettere i puntini sulle «i» in vista della definizione della manovra fiscale 2019. Sono ore complicate per il responsabile del dicastero dell’Economia e delle Finanze, che entro domani deve approvare la nota di aggiornamento al Def (leggi qui, Di Maio minaccia: «Senza reddito di cittadinanza non voto il Def»). Il «Financial Times» lo ha definito «l’uomo nel mezzo dell’Italia». Perché è nel mezzo delle «richieste» (politiche) «di libertà di spesa»e degli obblighi, non solo europei, di riduzione del debito. Il riferimento di Tria va, implicito, alla Costituzione e a quell’articolo, l’81, in cui si sottolinea che «il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e al verificarsi di eventi eccezionali».

«Stiamo attenti, dobbiamo dare segnale ai mercati»

Eventi che Tria non cita ma non è un caso che il ministro faccia riferimento al suo giuramento da ministro in quello che sembra a tutti gli effetti un messaggio indirizzato al governo, con i 5stelle e la Lega che da giorni danno battaglia per inserire in manovra le misure promesse nelle rispettive campagne elettorali. È importante invece, secondo il ministro, dare un segnale ai mercati finanziari e «a coloro che ci prestano i soldi. Stiamo attenti — ha ammonito Tria nel suo discorso — perché a volte se uno chiede troppo, poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi». Sarà, ha spiegato il ministro ospite di Confcommercio «una manovra di crescita, non di austerity ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, per questo bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito Pil».

«In manovra reddito cittadinanza»

Nel dettaglio il ministro ha voluto sottolineare che il primo obiettivo della Finanziaria sarà impedire l’aumento dell’Iva. Poi il primo anno ci sarà un intervento fiscale «a favore delle imprese medie e piccole, sotto la targhetta di flat tax». Questione molto cara alla Lega di Matteo Salvini. Ma c’è stato anche, nel discorso di Tria, un riferimento alle richieste del leader politico del Movimento 5 Stelle e vicepremier Luigi Di Maio. «Nella prossima manovra ci saranno interventi per affrontare il problema sociale, com il reddito di cittadinanza» ha sottolineato il ministro dell’Economia. Intervento senza il quale Di Maio aveva persino minacciato di non votare il Def. Toccato anche il tema delle pensioni: «Bisogna accompagnare e accelerare l’uscita dalle imprese di un personale che è diventato molto anziano — ha spiegato Tria — per fare entrare giovani con competenze diverse. La staffetta generazionale è più un problema di competenze che di età».

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