8 gennaio 2019 - 14:26

Toninelli: «Avanti con il tunnel del Brennero. Stop alle trivelle, rivolteremo Anas come un calzino»

Il ministro dei Trasporti in replica a Milena Gabanelli, su Dataroom: «La Tav è solo congelata e il tunnel del Brennero va avanti». Nei prossimi giorni «arriverà l’analisi costi-benefici». «Mai bloccato un cantiere, nessun danno alle imprese»

di Antonella De Gregorio

Toninelli: «Avanti con il tunnel del Brennero. Stop alle trivelle, rivolteremo Anas come un calzino»
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Il governo «non ha bloccato nessuna opera». Lo sostiene il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, intervistato a «Dataroom» su Corriere Tv. Il ministro ha replicato a Milena Gabanelli, che imputava all’esecutivo di aver provocato una crisi nel settore, con il «tira e molla» sulle opere pubbliche, in corso o programmate. «Il sottoscritto, il M5S e il governo tutto non hanno mai bloccato un’opera», ha ribadito. E ha imputato, piuttosto, danni e rallentamenti agli esecutivi che lo hanno preceduto: «Prima decidevano di fare un’opera e poi guardavano quanto costava. E infatti tante opere sono state bloccate per fatti collegati alla corruzione e contenziosi in corso perché sono partite male. E, diciamolo, si era creata una sorta di comitato d’affari tra una certa parte imprenditoriale e una certa parte politica che purtroppo ha fatto dei danni», ha detto.

Tav, Brennero e terzo valico

Il ministro è poi passato a elencare i lavori «sospesi»: «L’unica che stiamo congelando è la Tav Torino-Lione perché è un’opera che costa più di 20 miliardi, di cui 11 di soldi pubblici sulle spalle degli italiani». Ma «nei prossimi giorni arriverà l’analisi costi-benefici e chiuderemo anche questo dossier», decidendo «se ci conviene oppure no: se ci conviene si farà, se non ci conviene i soldi li useremo per mettere in sicurezza ponti, gallerie e viadotti che stanno crollando». «Io non deciderò sulla base di opinioni mie personali o sulla base di opinioni politiche, nonostante la mia forza politica abbia giustamente contestato l’uso di così tanti miliardi di risorse pubbliche per singole opere. Ho dato mandato a dei tecnici di fare questa analisi costi-benefici che sarà basata sui numeri. E sulla base di questo ci accorderemo all’interno della maggioranza di Governo e con la commissione Ue e con la mia omologa francese», ha aggiunto.
Tutte le altre grandi opere, invece, «stanno andando avanti». Compreso il tunnel del Brennero: «Non si può chiuderlo, bisogna farlo meglio», ha detto il ministro. E in merito alla posizione del ministro dei rapporti per il Parlamento, Fraccaro, che mesi fa aveva detto che i lavori per l’opera si devono bloccare, ha commentato: «Fraccaro fa benissimo a contestare un’opera che non è stata condivisa con i territori e che poteva essere meno cara». Per il Terzo Valico, poi, ha negato l’esistenza di «pregiudizi ideologici»: c’è stato «solo uno slittamento. Le maestranze hanno sempre continuato a lavorare».

I costi della Tav

Sui costi della Tav, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino contraddice però il ministro Toninelli: «sono precedenti all’accordo internazionale del 2012 che di fatto ha dimezzato i costi dell’opera», afferma. Dopo quell’accordo «i costi per l’Italia - dice Chiamparino - sono di circa 4,6 miliardi, di cui 2,885 mld per la tratta internazionale e 1,7 per quella nazionale, senza tener conto della disponibilità dell’UE ad aumentare la sua quota di compartecipazione».

«Mai fermato cantieri»

Rispedisce al mittente, il ministro, l’accusa di aver fermato i cantieri dando così un colpo di grazia a un intero settore: «Prendo un caso, quello del Terzo Valico dei Giovi, che non è mai stato bloccato - dice -. L’analisi costi-benefici l’abbiamo fatta in pochi mesi e si è conclusa positivamente, l’opera la faremo meglio di come era stata progettata all’inizio. Non c’è stato nessun blocco, nessuna impresa è stata danneggiata e nessun lavoratore ha perso il posto. I costi del blocco sarebbero stati superiori a quelli della prosecuzione, da parte nostra non c’era nessun pregiudizio politico, ma sono convinto che se fossimo stati al governo quando l’opera è stata progettata sarebbe costata molto di meno dei 6,2 miliardi di euro attuali. Noi portiamo avanti su questa e su altre opere il principio del corretto utilizzo delle risorse pubbliche».

La Tap

«Sulle trivelle - ha detto infine - non daremo le autorizzazioni, perché sarebbe come tornare indietro». E nel ribadire che bloccare il Tap avrebbe significato un contenzioso enorme creando un danno ai conti italiani, ha detto: «Le casse pubbliche non vanno scassate». «Sul tema è stato chiarissimo il vicepresidente, Luigi Di Maio - ha aggiunto -. Ora viene la parte politica, con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e vedrete di che pasta siamo fatti».

Anas

Il ministro ha poi parlato anche di Anas, sostenendo che «fino ad oggi, come principale stazione appaltante, non ha fatto bene il proprio mestiere». «Mi pare che sia un’eredità dal passato e molto collegato ad un certo modo fallimentare di fare politica». Ma ora, con un nuovo amministratore delegato, un nuovo presidente, un nuovo Cda, secondo il ministro «tornerà ad essere una società importante ed efficiente». «Da lì partiremo per ribaltarla come un calzino. Sono convinto che al massimo in cinque anni acquisirà, anche come immagine nei confronti dei cittadini, una reputazione che corrisponde a ciò che Anas merita». Alla domanda della conduttrice se la gestione di Gianni Vittorio Armani sia stata negativa, il responsabile del Mit ha risposto: «Non voglio esprimere giudizi sui singoli, né fare polemiche. Dico solo che tra poco tempo vedremo dei numeri e dei risultati che prima non si erano visti».

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