15 gennaio 2019 - 19:44

Banche, Salvini contro la vigilanza Bce: la stretta costa 15 miliardi | Analisi: la partita sui debiti a rischio

Banche, la richiesta di azzerare le sofferenze fa crollare i titoli in Borsa. Il vicepremier: atteggiamento prevaricatore. Il M5S, ignorati i titoli tossici nella pancia dei grandi istituti del Nord Europa

di Mario Sensini

Banche, Salvini  contro la vigilanza Bce: la stretta costa 15 miliardi | Analisi: la  partita sui debiti a rischio Andrea Enria, al vertice della vigilanza bancaria della Bce
shadow

Le banche crollano in Borsa ed il governo attacca la vigilanza della banca Centrale Europea, che ha chiesto loro di azzerare tutti i crediti in sofferenza in tempi brevi, anche se con scadenze differenziate, cominciando da Mps, oggi nazionalizzata. La richiesta di accantonare riserve o cedere quei crediti è stata rivolta anche ad altre banche europee, ma secondo il vice premier Matteo Salvini, la vigilanza di Francoforte sulle banche segue un «atteggiamento prevaricatore» che «potrebbe costarci 15 miliardi», e i senatori del M5S si chiedono «quali siano i reali intenti» dell’istituto, guidato dall’italiano Andrea Enria.

Crolli in Borsa

La lettera della Bce alle banche vigilate, in Europa sono 119, ha avuto l’effetto di una scossa di terremoto sul mercato. Monte Paschi, cui sarebbe stato chiesto il rientro dalle esposizioni più rischiose entro il 2026, ha perso un altro 7,5% dopo aver lasciato sul terreno il 10% lunedì, ed è scesa ai minimi storici. Ubi, Bper Banco Bpm accusano un calo superiore al 4%, Intesa dell’1,3%, anche se tutte e quattro assicurano con una nota che la richiesta della Bce non avrà grandi effetti sui bilanci del 2018 e del prossimo triennio.

Le stime di Mediobanca

La richiesta di azzerare i ”non performing loans” riguarderebbe tutte le banche, anche se con scadenze temporali diverse. Gli analisti di Mediobanca, però, provano a fare due conti, simulando l’effetto della nuova decisione della vigilanza. Se tutte le banche italiane dovessero applicare la ricetta Monte Paschi, e cedere i crediti dubbi a un prezzo compreso tra il 25% ed il 35% del loro valore nominale, imposto dall’urgenza, per gli istituti italiani sarebbe un bagno di sangue. Servirebbero 15 miliardi di euro di accantonamenti addizionali, con un conseguente taglio dei profitti tra il 7 e il 15% per Unicredit, Intesa e Credem, tra il 30 e il 40% per Bper, Popolare Sondrio e Creval, e fino al 60% per Ubi, Mps e Bpm.

«Serve trasparenza»

«Il nuovo attacco della vigilanza Bce al sistema bancario italiano e a Mps dimostra ancora una volta che l’Unione Bancaria, voluta dalla Ue e votata dal Pd, non ha reso più stabile il nostro sistema finanziario ma causa instabilità» dice Matteo Salvini. «Indipendenza non vuol dire irresponsabilità. Serve trasparenza assoluta nelle decisioni Bce, come chiede la Corte dei Conti europea. Può un’istituzione non politica - attacca Salvini - prendere con leggerezza decisioni che influiscono profondamente sulla vita e il risparmio dei cittadini?».

Commissione in allerta

Secondo i senatori del M5S la vigilanza Bce ignora i titoli tossici «nella pancia delle grandi banche del Nord Europa», e «persegue con accanimento feroce» i crediti dubbi che sono un problema delle banche italiane. La vigilanza Bce si difende, sostenendo di seguire un approccio già annunciato a luglio 2018. La vicenda, in particolare per l’impatto su Mps e Carige, che hanno ottenuto sostegni pubblici, è seguita anche dalla Commissione Ue. Il caso si ripercuote anche sui titoli di Stato con lo spread, tornato a salire da 260 a 267 punti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT