Commercio e infrastrutture

La Cina fa rotta sul porto di Genova: così Pechino vuole investire sulle grandi opere in Liguria

di Fabio Savelli

La Cina fa rotta sul porto di Genova: così Pechino vuole investire sulle grandi opere in Liguria

Le mani della Cina sul porto di Genova: Pechino ha fatto rotta sulla Liguria e dopo l’interesse manifestato per Savona, le agenzie cinesi per le infrastrutture puntano al bersaglio grosso. Il presidente dell’Authority portuale di Genova e Savona, Paolo Emilio Signorini, dovrebbe firmare il prossimo 23 marzo un memorandum per la costituzione di una società con il più grosso gruppo di costruzioni cinese, quello delle «quattro C», Cccc (Chinese Communications Construction Company) per la realizzazione di alcune grandi opere necessarie al sistema logistico ligure, un progetto che vede al centro il rilancio del porto di Genova. Ma il condizionale è d’obbligo perché le tensioni geopolitiche tra Usa, Ue e Cina stanno provocando più di qualche imbarazzo (qui l’articolo e le polemiche sulla Via della Seta).

La settimana decisiva

Quella che sta per aprirsi sarà, di fatto, una settimana decisiva per capire quale sarà la linea che prevarrà nel governo sugli investimenti cinesi in Italia. Le pressioni di Bruxelles e di Washington sulla politica dell’esecutivo stanno creando più di qualche malumore a Pechino soprattutto per quello che è considerato come un supporto amichevole sul porto di Genova e su tutto il sistema logistico ligure prostrato dal crollo del viadotto Morandi e oggetto di un decreto che movimenta risorse per oltre un miliardo. Tra due settimane, tra l’altro, sarà in Italia il presidente cinese Xi Jinping. E dovrebbe suggellare un accordo bilaterale per la nuova Via della Seta nella sua prima visita nel nostro Paese. La Cina già pesa per il 30% dell’interscambio dei porti di Genova e Savona.

Gli investimenti cinesi

E la volontà, ora appesa ad una sorta di analisi costi-benefici di Palazzo Chigi di concerto con i ministeri delle Infrastrutture e degli Esteri che dovrà concludersi entro la prossima settimana, è di sfruttare l’esperienza di Cccc per i bandi di affidamento di alcune delle opere previste dal programma del Commissario di Genova, il sindaco Marco Bucci. Tra cui lo spostamento della diga foranea e soprattutto l’ampliamento dell’area Fincantieri di Sestri Ponente ora tagliata in due dalla ferrovia. Proprio questa operazione sarebbe la più interessante anche da un punto di vista industriale visti gli storici rapporti che ha il gruppo italiano della cantieristica guidato da Giuseppe Bono con la partner Cssc (China State Shipbuilding Corporation) in tutti i segmenti di costruzioni navali mercantili.

La nuova banchina

Nel progetto allo studio di Signorini e con i soldi del decreto Genova ci sarebbe anche la costruzione di una nuova banchina per la realizzazione di navi da crociera, ora realizzate soltanto a Molfalcone. Fincantieri ha già in essere una maxi-commessa per la realizzazione di navi per il mercato cinese, fortemente incentivato dall’ultimo piano quinquennale di Xi Jinping che sta puntando fortemente anche sul turismo interno. Il segmento crocieristico in Cina è appena agli albori, ma la domanda sta crescendo esponenzialmente e l’accordo raggiunto da Fincantieri con il sindaco del distretto di Baoshan per la creazione di un hub della crocieristica sfruttando le competenze italiane serve anche a dare lavoro anche a tutta la filiera della sub-fornitura. Ecco perché Cccc, che ha partecipato anche al bando per la realizzazione del nuovo ponte Morandi poi assegnato alla cordata Salini-Fincantieri, ha intenzione di supportare la crescita di Genova perché intravede un potenziale di sviluppo per la nuova Via della Seta. Come sta già facendo a Trieste dove dovrebbe ottenere il via libera dall’authority portuale per una free zone dedicata agli investimenti nella logistica. Appunto dovrebbe. In settimana la risposta.

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