17 marzo 2019 - 20:21

Flat tax, Salvini corre e Di Maio frena Il Tesoro: «Costerebbe 59,3 miliardi»

Nuovo fronte aperto nel governo. Il leader del Movimento 5 Stelle: no a promesse alla Silvio Berlusconi

di Marco Galluzzo

Flat tax, Salvini corre e Di Maio frena Il Tesoro: «Costerebbe 59,3 miliardi»
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Matteo Salvini la ritiene a portata di mano, nonostante i costi: «Noi non abbiamo smesso di lavorare sulla flat tax giorno e notte. Con questa manovra economica siamo già riusciti ad avvantaggiare tantissimi artigiani, partite Iva, commercianti, piccoli imprenditori: nel 2019 vogliamo entrare anche nelle case delle famiglie dei lavoratori dipendenti italiani».

Eppure quello della flat tax per il lavoro dipendente rischia di essere motivo di nuovo scontro all’interno della maggioranza, tanto che il Mef poche ore dopo la promessa di Salvini, bollata comme «illusoria e demagogica» dalle opposizioni, fa circolare lo studio di un mese fa sul costo della misura: 59 miliardi di euro, in pratica tre Finanziarie. E Luigi Di Maio avverte: «Troveremo una soluzione insieme alla Lega, come abbiamo sempre fatto. L’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi, non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini».

Con questo prologo si apre una delle settimane più calde per la maggioranza. Si inizia con il caso Diciotti, da domani in Senato, e sono previste scintille: per essere processato occorre la maggioranza assoluta dei senatori, cosa assai improbabile, dunque Salvini verrà quasi certamente graziato dall’Aula, nessuna autorizzazione al processo per sequestro di persona contro gli immigrati. Eppure sarà un dibattito carico di incognite: quanti 5stelle si sfileranno, dopo aver espresso le loro perplessità?

Altro caso, sempre domani, Conte in Parlamento: per illustrare i lavori del prossimo Consiglio europeo, ma anche per rispondere alle domande sulla firma del Memorandum con la Cina. Sarà un fuoco di fila di accuse e interrogativi, per la maggioranza un’occasione di testare la reale unità fra Lega e Cinque Stelle. Uno dei tanti nodi sul tappeto: le telecomunicazioni resteranno fuori dall’accordo, come chiede la Lega?

Caso Diciotti, Cina, sfiducia al ministro Toninelli, sblocca cantieri, Golden power, le elezioni in Basilicata. Da oggi sino a domenica prossima è una calendario fittissimo. Non solo la visita di Xi Jinping terrà banco, con il suo Memorandum, l’irritazione degli americani, le decine di accordi commerciali e istituzionali che verranno firmati. Il giorno prima dell’arrivo di Xi, mercoledì, Conte dovrebbe portare in Cdm due provvedimenti fondamentali: lo sblocca cantieri, e una riforma della normativa sulla Golden power, regole che proteggono gli asset strategici del nostro Paese in caso di acquisizioni e potrebbero estese alle gare d’appalto e dunque alla gara che si è fatta per le reti 5G (una vinta dai cinesi di Huawei).

Sui cantieri il braccio di ferro è sulla figura di un Supercommissario: lo vuole la Lega per individuare una figura con superpoteri, ma pure – dicono i maligni – per decurtare il potere di Toninelli. E poi a Salvini non va giù che ci siano troppi cantieri al sud.

Sabato e domenica riflettori puntati sulla Basilicata: Salvini punta a conquistare anche questa Regione, i 5stelle cercano un riscatto. Insomma una settimana di fuoco che si apre oggi con la discussione generale alla Camera sul Decretone che deve trasformare in legge quota 100 e reddito di cittadinanza. Mentre giovedì, sempre al Senato, toccherà invece al ministro Toninelli affrontare le mozioni di sfiducia presentate da Pd e Forza Italia. In questo caso saranno i grillini ad osservare con attenzione il comportamento dei colleghi leghisti.

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