28 agosto 2018 - 09:09

Medici, amministratori e tecnici.
Più di 400 offerte nel non profit

I colloqui e i piani di Emergency, Cesvi, Coopi, Oxfam e Greenpeace

di Luisa Adani

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C’è chi concilia ideali e lavoro. Lavorare nel non profit non significa rinunciare a gratificazioni economiche o di sviluppo professionale. C’è chi lo fa per alcuni periodi, interrompendo magari l’occupazione abituale godendo delle aspettative al lavoro permesse dalla normativa; chi lo fa part time durante gli studi (è il caso dei dialogatori); chi ne fa la propria carriera. I volontari, quando ci sono, sono infatti generalmente una quota di chi vi lavora, negli altri casi si tratta di professionisti e dipendenti compensati come previsto dai contratti e dal mercato. Le vacancy sono pubblicate sulle pagine web delle organizzazioni; le si trova anche sulle piattaforme ad hoc quali Job4good (job4good.it) e Vita (vita.it/it/vitalavoro/jobadvert) così come su quelle generaliste come Trovolavoro (trovolavoro.it); alcune passano dalle agenzie per il lavoro. È il caso di e-work che ha aperte le selezioni di 20 educatori (selezione_ italia@e-workspa.it).

Lo staff Cesvi a Beirut, in Libano
Lo staff Cesvi a Beirut, in Libano

Un breve panorama con alcune delle offerte. Emergency gestisce all’incirca 300 espatriati all’anno dai profili sanitari e non sanitari per missioni di 6 mesi, a loro si aggiungono professionisti per esigenze in Italia. In generale si tratta di profili senior per la cura dei pazienti, la gestione ospedaliera e la formazione del personale locale. Tra le figure ricercate: specialisti in area medico-chirurgica, logisti, farmacisti ospedalieri e amministratori (emergency.it). «Difficile valutare le esigenze — dicono da Cesvi — che sorgono di giorno in giorno anche in base all’approvazione di nuovi progetti e/o all’alto turnover. Grossomodo, però, sono una quarantina all’anno, il 15% per esigenze in Italia». Fra le ricerche entro fine estate, un bando di Servizio civile, per 14 persone da inserire nell’amministrazione, risorse umane, comunicazione/advocacy, progetti, raccolta fondi e legale. All’estero ci si indirizza verso capi progetto e missione e amministratori. In questo momento: 3 pm (Palestina, Libano e Tajikistan), un esperto ambientale (Tajikistan), un esperto tecnico (Palestina), administrator junior (Mozambico), administrator (Haiti). Continuativa è la ricerca di dialogatori e team leader (cesvi.org).

Cento espatriati all’anno partono invece con Coopi verso l’Africa Subsahariana. Si tratta di project manager, amministratori e logisti, figure di coordinamento della missione e esperti tecnici. Buone possibilità da ottobre anche in Oxfamitalia per l’avvio del nuovo programma di gestione dei campi di accoglienza rifugiati e migranti in Serbia. Nell’ ufficio accoglienza di Oxfam Cooperativa sono previsti invece inserimenti per progetti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Si tratta di project officer e project manager, in Toscana e Puglia. Accanto a queste vacancy, un responsabile per il controllo di gestione e alcuni dialogatori (oxfamitalia.org). Dialogatori sempre ricercati in Italia anche da Greenpeace che propone inoltre 5 opportunità di stage per la campagna inquinamento, le risorse umane, l’ufficio stampa, l’area volontariato e il fundraising (greenpeace.org).

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