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L’Europa in una parola

Pace

***

Per questo nacque l’Europa che conosciamo:
l’Europa ha meritato un Nobel perché
ci ha assicurato 74 anni di pace duratura.

Franco VenturiniGIORNALISTA

L’Europa è una questione di pace o di guerra, amava ripetere Helmut Kohl davanti alle macerie del muro di Berlino. E dello stesso avviso dovevano di certo essere De Gaulle e Adenauer mentre firmavano, il 22 gennaio del 1963, quel Trattato dell’Eliseo che prometteva pace e persino amicizia tra Francia e Germania. Dimenticando che per secoli la Francia e la Germania si erano fatte la guerra, e che nel Novecento due conflitti mondiali le avevano coinvolte su fronti opposti. La seconda guerra mondiale, in particolare, aveva fatto toccare all’Europa il fondo di un baratro morale chiamato nazismo (e fascismo) , aveva esaltato la potenza di Stalin e i suoi venti milioni di morti cui ancora dobbiamo gratitudine, aveva dimostrato che l’Europa occidentale, almeno quella, poteva contare sull’America liberatrice. Partì la ricostruzione, ma per salvarsi davvero il Vecchio Continente non doveva più generare conflitti. Per questo nacque l’Europa che conosciamo, l’Europa che ha meritato un Nobel perché ci ha assicurato 74 anni di pace. Destinare all’archivio la nostra Storia sarebbe oggi la scorciatoia migliore per far perdere la bussola a un popolo, a una società, a un sistema politico. Va da se che con il passare delle generazioni certe sensibilità si affievoliscono e altre balzano prepotentemente alla ribalta. E che nelle scuole la cultura europea è spesso trascurata, quando non è deformata. Forse la pace è oggi un dato acquisito nella psicologia collettiva, una realtà irreversibile che è superfluo ricordare? Se di questo si tratta stiamo imboccando una via che porta al disastro. L’umore sociale, che era tiepido euroscetticismo e che oggi è diventato in molti Paesi aperta ostilità verso una Europa da “conquistare” alle elezioni di maggio, alimenta una realtà che dovrebbe far riflettere: la fine del concetto di rappresentanza, la crisi della buona informazione, l’ascesa del razzismo, la crescita dell’antisemitismo proprio in Francia e in Germania in aggiunta a quello che permane nell’Europa orientale, in definitiva una democrazia seriamente minacciata dal ritorno dei suoi mali antichi. L’Europa va riformata e migliorata, certo. Ma attenti a non dimenticare perché esiste.

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