24 agosto 2018 - 11:22

Scetticismo e polemiche: l’Irlanda si prepara all’arrivo di Papa Francesco

Da domani la visita pastorale di Bergoglio a Dublino. Lo attende un Paese scosso dallo scandalo degli abusi nella Chiesa. E il primo ministro chiede azioni concrete

di Simone Disegni

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«Papa Francesco sembra una brava persona, e la maggior parte degli irlandesi sarà felice di vederlo. Per i fedeli rimasti, la sua presenza recherà piacere e conforto. Ma il modello statale cattolico in Irlanda è morto e sepolto, e non risorgerà più». Usa parole molto dure l’Irish Times, il primo giornale del Paese, per commentare la visita di Bergoglio che comincia domani. Un viaggio molto atteso — il primo e unico precedente è quello di Giovanni Paolo II nel 1979 — ma anche estremamente delicato.

Tra i Paesi storicamente più cattolici in Europa e nel mondo intero, l’Irlanda è stata letteralmente travolta negli ultimi anni dalle rivelazioni sullo scandalo degli abusi sessuali su minori da parte di preti. Una horror story, come la definisce il quotidiano, resa più grave ed inquietante dalle coperture «sistematiche» offerte per decenni dai vertici della Chiesa irlandese e perfino del Vaticano. Dopo che la valanga di accuse di molestie è diventata insostenibile, dimostrando l’ampiezza e cronicità del fenomeno, il Vaticano stesso ha condannato con parole dure la deriva propagatasi per decenni. Nel 2010 Benedetto XVI scrisse ai fedeli del Paese per esprimere la sua «vergogna e rimorso» per quanto accaduto, sentimenti ripresi dallo stesso Francesco, che dopo aver scritto egli stesso una lettera di scuse nel corso del finesettimana incontrerà personalmente alcune delle vittime di abusi.

Passi importanti ma che non sembrano soddisfare la sete di giustizia degli irlandesi. Negli scorsi giorni è emerso che una parte degli oppositori del Vaticano ha escogitato un espediente particolare per ostacolare il buon esito della visita: acquistando centinaia di biglietti per il principale evento pubblico in programma, col progetto di non utilizzarli e farli andare «a vuoto». Uno scetticismo diffuso cui si è accodato anche il primo ministro Leo Varadkar, che incontrerà il Pontefice prima della sua «passeggiata» pubblica per Dublino a bordo della Papa-mobile. «Francesco ha detto tutte le cose giuste, ma ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti», ha detto Varadkar. «Credo che questo sia ciò che i miei concittadini vogliono vedere, per riguadagnare fiducia nella Chiesa».

Una prospettiva senza speranza, secondo l’Irish Times, che sottolinea il declino storico dell’istituzione, rimasta troppo legata a un modello di società autocratico e patriarcale che non corrisponde più alla realtà della società. Una disconnessione esplosa poi in maniera eclatante con l’esposizione dello scandalo-pedofilia, che ha fatto crollare l’immagine della Chiesa e il tasso di fedeli nel Paese: sino alla svolta dello scorso maggio con il referendum popolare che ha reso legale l’aborto consentito fino a quel momento soltanto in pochi e limitatissimi casi.

Se nel 1979 a Dublino si raccolse una folla di 2,5 milioni di persone per salutare Papa Giovanni Paolo II, per Francesco la strada sembra decisamente più in salita.

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