26 agosto 2018 - 12:59

Pedofilia, Angelus del Papa in Irlanda: «Fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia»

Il Pontefice torna a parlare delle violenze e degli abusi contro i minori nelle istituzioni cattoliche. E prega per i bambini allontanati dalla madri

di Gian Guido Vecchi, inviato a Dublino

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«Questa piaga aperta ci sfida ad essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia». Nella seconda e ultima giornata del suo viaggio in Irlanda, Francesco attraversa in volo l’isola fino al villaggio di Knock - «An Cnoc», ovvero la collina, in gaelico irlandese - , divenuto nel corso del Novecento uno dei maggiori santuari mariani d’Europa, e torna a parlare delle violenze e degli abusi su minori nelle istituzioni cattoliche che hanno travolto la Chiesa irlandese dopo le quattro inchieste governative condotte tra il 2005 e il 2011.

Il Papa, seduto a capo chino e in silenzio, si è fermato in preghiera davanti alla statua del Vergine, nella stessa Cappella visitata nel 1979 da Giovanni Paolo II per il centenario delle apparizioni in riconosciute dalla Chiesa. Ha lasciato in dono un rosario d’oro e più tardi, durante l’Angelus all’esterno del santuario, si è rivolto a migliaia di fedeli rimasti in attesa sotto la pioggia: «La Madonna guardi con misericordia tutti i membri sofferenti della famiglia del suo Figlio. Pregando davanti alla sua statua, le ho presentato, in particolare, tutti i sopravvissuti, tutte le vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda», ha spiegato tra gli applausi. «Nessuno di noi può esimersi dal commuoversi per le storie di minori che hanno patito abusi, che sono stati derubati dell’innocenza o sono stati allontanati dalle mamme e abbandonati allo sfregio di dolorosi ricordi». Sabato pomeriggio, Francesco ha incontrato nella nunziatura otto vittime che gli hanno parlato delle adozioni illegali, delle violenze commesse nel Novecento nelle «Magdalene Laundries» e nelle case per ragazze madri gestite da religiose: calcolano ci siano stati «centomila madri sole» separate dai loro bambini. Di qui il riferimento ai bambini allontanati ancora neonati dalle madri. Il Papa ha proseguito: «Imploro il perdono del Signore per questi peccati, per lo scandalo e il tradimento avvertiti da tanti nella famiglia di Dio. Chiedo alla nostra Madre Beata di intercedere per la guarigione di tutte le persone che hanno subito abusi di qualsiasi tipo e di confermare ogni membro della famiglia cristiana nel risoluto proposito di non permettere mai più che queste situazioni accadano. E anche di intercedete per tutti noi perché possiamo sempre procedere con giustizia e riparare, per quanto da noi dipende, a tanta violenza».

Francesco in questo viaggio non ha varcato il confine con il Regno Unito, ma prima della preghiera mariana ha voluto rivolgere «un cordiale saluto all’amata gente dell’Irlanda del Nord», dicendo loro: «Vi assicuro il mio affetto e la mia vicinanza nella preghiera. Chiedo alla Madonna di sostenere tutti i membri della famiglia irlandese perché perseverino, come fratelli e sorelle, nell’opera di riconciliazione». Il Papa ha parlato inoltre di «gratitudine» per «i progressi ecumenici e per la significativa crescita di amicizia e collaborazione tra le comunità cristiane», ovvero tra cattolici e protestanti: «Prego perché tutti i discepoli di Cristo portino avanti con costanza gli sforzi per far progredire il processo di pace e costruire una società armoniosa e giusta per i figli di oggi».

Francesco è arrivato in Irlanda per concludere il IX incontro mondiale delle famiglie. A Dublino, nel pomeriggio, celebra la messa finale al Phoenix Park prima di incontrare i vescovi irlandesi e rientrare in serata a Roma. All’Angelus ha rivolto una preghiera particolare alle famiglie: «Maria nostra Madre è anche la Madre della Chiesa, ed è a lei che affidiamo oggi il cammino del popolo fedele di Dio in questa “Isola di smeraldo”. Chiediamo che le famiglie siano sostenute nel loro impegno di diffondere il Regno di Cristo e di prendersi cura degli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. Fra i venti e le tempeste che imperversano sui nostri tempi, siano baluardi di fede e di bontà che, secondo le migliori tradizioni della nazione, resistono a tutto ciò che vorrebbe sminuire la dignità dell’uomo e della donna creati a immagine di Dio e chiamati al sublime destino della vita eterna». Alla fine, Bergoglio ha rivolto «uno speciale saluto a gli uomini e alle donne che sono in carcere in questo Paese, e ringraziato in particolare coloro che gli hanno scritto: «Vi sono vicino, molto vocino, e assicuro a voi e ai vostri familiari ma mia vicinanza e la mia preghiera».

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