26 agosto 2018 - 23:24

Papa Francesco sulla pedofilia: «Il dossier? Parla da sé»

Il Papa invita «i fedeli che sanno qualcosa» a denunciare. «Le indagini vanno fatte sempre». Sulla Diciotti: «Abbiamo negoziato con il ministro. La Bibbia dice: accoglienza»

di Gian Guido Vecchi

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Dal nostro inviato
DAL VOLO PAPALE
— Il volo EI2408 ha lasciato Dublino da mezz’ora quando Francesco raggiunge sereno i giornalisti in fondo all’aereo, «se io mi sono stancato, penso voi!». Nell’ultima giornata del IX incontro mondiale delle famiglie (il prossimo sarà a Roma nel 2021), il Papa è tornato a parlare degli «abusi di potere, di coscienza e sessuali» che furono commessi negli istituti cattolici irlandesi: «Questa piaga aperta ci sfida ad essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia». Durante la messa al Phoenix Park, ha letto un «atto penitenziale» davanti a trecentomila fedeli e tra le richieste di perdono, per la prima volta, si è riferito alle adozioni illegali e alle violenze commesse nelle case per ragazze madri gestite da religiose: «Chiediamo perdono ai bambini che sono stati tolti alle loro mamme, e per tutte quelle volte in cui alle mamme è stato detto che cercare i loro figli — e la stessa cosa veniva detta ai figli che le cercavano — fosse peccato mortale: non è un peccato mortale, è il quarto Comandamento!».

Santità, lei ha parlato della sfida dell’accoglienza del migrante e dello straniero. Proprio ieri si è risolta la vicenda della nave Diciotti: c’è il suo zampino dietro questa soluzione?

«Lo zampino è del diavolo! Ma no, io non ho messo lo zampino lì. Quello che ha fatto il lavoro con il ministro dell’Interno è stato padre Aldo (Bonaiuto, della comunità di don Benzi, ndr) e insieme la conferenza episcopale italiana: il cardinale Bassetti era a Dublino e guidava al telefono e il sottosegretario, don Ivan Maffeis, negoziava col ministro. So che più di cento saranno accolti a Rocca di Papa, presso “Mondo migliore”, e lì cominceranno a imparare la lingua».

In tanti vedono un ricatto all’Europa sulla pelle di questa gente…

«Accogliere migranti è una cosa antica come la Bibbia, nel Deuteronomio Dio comanda questo: accogliere lo straniero. È un principio morale. Su questo ho parlato. Poi ho visto che dovevo esplicitare un po’ di più, perché non è un accogliere “à la belle étoile”, così, è un accogliere ragionevole. E quando me ne sono accorto? Quando c’è stato l’attentato in Belgio. Quelli che lo hanno fatto erano belgi ma figli di migranti non integrati, ghettizzati. Erano stati ricevuti dal Paese ma lasciati lì, e hanno fatto un ghetto. Un popolo che può ricevere ma non ha possibilità di integrare, è meglio non riceva. Nella Ue si deve continuare a parlare, le soluzioni si trovano. Questo è il lavoro con i migranti: apertura del cuore, integrazione come condizione per accogliere e prudenza dei governanti. Ma ho visto un filmato in cui si vede cosa succede a coloro che sono mandati indietro. Sono ripresi i trafficanti. le torture più sofisticate… Questo mandarli indietro lo si deve pensare bene…».

L’arcivescovo Viganò sostiene che nel 2013 le parlò degli abusi commessi dall’ex cardinale McCarrick: è vero? Dice che Benedetto XVI sanzionò McCarrick: è vero? Perché non è stato detto ai fedeli?

«Ho letto questa mattina quel comunicato. Sinceramente devo dirvi questo: leggete voi attentamente e fatevi un vostro giudizio. Non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parli da se stesso. Voi avete la capacità giornalistica di trarre le conclusioni».

Ha detto di essere stato colpito dalle parole del ministro irlandese per l’infanzia Katherine Zappone. Che cosa le ha detto?

«Mi ha detto: abbiamo trovato fosse comuni di bambini, stiamo facendo indagini, la Chiesa ha qualcosa a che vedere con questo? Ma lo ha detto con molta educazione e rispetto, mi ha inviato una memoria che studierò».

L’ex vittima Marie Collins ha detto che lei non è favorevole all’istituzione di un tribunale ad hoc per giudicare i vescovi nella copertura degli abusi. Perché?

«Non è così. La stimo tanto, le voglio bene, ma è un po’ fissata su quest’idea uscita nel motu proprio “Come una madre amorevole”. Poi si è visto che non era conveniente per le diverse culture dei vescovi. Si fa una giuria diversa per ogni vescovo, lo spirito non cambia, un vescovo va giudicato da un tribunale e ne abbiamo giudicati parecchi».

In Francia c’è chi chiede le dimissioni del cardinale Barbarin, sospettato di coperture…

«Se ci sono sospetti, prove o mezze prove, non vedo niente di cattivo nel fare una indagine. Ma sempre si rispetti un principio giuridico fondamentale, la presunzione di innocenza. A Granada, tre anni fa, otto sacerdoti furono accusati di abusi su minori, orge… L’accusa era di un giovane di 23 anni, l’ho ricevuta io, faceva i nomi e tutto. L’arcivescovo ha fatto quello che doveva fare, la cosa è arrivata anche al tribunale civile. Dopo tre anni la giuria li ha dichiarati innocenti. Per i media locali erano stati condannati, prima della giustizia. Hanno sofferto l’odio di tutto il popolo».

Sugli abusi, lei ha scritto una lettera a tutto il popolo di Dio. Cosa possono fare i fedeli?

«Quando si vede qualcosa, parlare subito. A un giudice, al vescovo, al parroco se è bravo».

Cosa direbbe a un padre il cui figlio omosessuale vuole andare a convivere?

«Primo, di pregare. Non condannare, dialogare. Capire, fare spazio al figlio o alla figlia. Fare spazio perché si esprima… Io mai dirò che il silenzio è un rimedio. Ignorare il figlio o la figlia con tendenze omosessuali sarebbe una mancanza di maternità e paternità. Tu sei mio figlio o mia figlia così come sei».

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