30 agosto 2018 - 22:27

Migranti, Salvini: «Valuteremo se continuare la missione Sophia». Al lavoro il «partito del dialogo»

Dopo il nuovo no incassato dall’Italia a Vienna, restano aperte delle porte. E si valutano altre modifiche alle regole di ingaggio della missione. Ma dal Viminale arriva la doccia fredda

di Dino Martirano

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Nel porto di Catania, non lontano dall’ormeggio della nave «Diciotti» della nostra Guardia Costiera — che è stata sotto i riflettori delle tv per 5 giorni con 177 immigrati trattenuti a bordo per ordine del ministero dell’Interno Matteo Salvini — fanno scalo anche le unità della missione europea Sophia-EunavForMed a guida italiana. Sono le navi militari che dal 2015 fanno la spola tra i gli scali siciliani e il Mediterraneo centrale per le operazioni di salvataggio dei migranti. Nei piani del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e della ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, quella banchina insieme agli altri porti italiani dovrebbe essere utilizzata solo a rotazione dalla flotta europea: vale a dire con un ritmo di sbarchi di migranti quanto meno alternato, tra un porto italiano e uno di un altro partner europeo.

Ma ora l’Europa a Vienna ha di fatto congelato la proposta italiana, con la scusa formale che l’operazione «Sophia» è operativa fino al 31 dicembre 2018 e fino ad allora le regole d’ingaggio negoziate nel 2015 restano tali. Il premier Conte e la ministra della Difesa in particolare hanno già espresso la loro profonda delusione a nome del governo italiano ma — in linea con il partito del dialogo sostenuto anche dalla Farnesina con la sponda del Quirinale — da Palazzo Chigi e dal ministero di via XX settembre nessuno ha provato ad alzare i toni. E la stessa ministra Trenta, che molti sforzi ha fatto per provare a convincere i partner europei, ha parlato di «molte porte chiuse» ma anche di alcune «porte aperte». Il partito del dialogo, infatti, spera che oggi, quando ad incontrarsi nella capitale austriaca saranno i ministri degli Esteri, la risposta fornita al responsabile della Farnesina Enzo Moavero Milanesi da alcuni Paesi volenterosi (a partire dalla Germania) sia più flessibile.

Per questo un’ala del M5S, il partito che esprime la ministra della Difesa, insiste sulla modifica delle regole di ingaggio della missione Sophia: «E’ una proposta di buon senso, l’Italia non può ritrovarsi a offrire l’unico porto di sbarco per i migranti salvati nel Mediterraneo», osserva Vito Petrocelli presidente della commissione Esteri del Senato.

Nella Lega, invece, lo schiaffo di Vienna ha provocato una reazione più ruvida: «Era ampiamente prevedibile visto il precedente della risposta del commissario Ottinger a Di Maio», osserva il sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi. Già martedì, incontrando il leader ungherese Orbán a Milano, il suo segretario Matteo Salvini era stato esplicito e ieri a Venezia ha ribadito che «l’Italia valuterà se continuare a spendere soldi per questa missione». La decisione potrebbe arrivare la prossima settimana quando i ministri coinvolti vedranno Conte a Palazzo Chigi per fare il punto sull’immigrazione.

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