11 aprile 2018 - 09:59

Guerra in Siria, Usa e Russia ai ferri corti.Trump: «Arrivano i missili». Eurocontrol: allarme per i voli

L’autorità che sovrintende al traffico dei cieli invita i vettori commerciali a considerare il pericolo e a riprogrammare le loro rotte nella zona del Medio Oriente

di Claudio Del Frate

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L’Agenzia europea per la sicurezza aerea ha pubblicato un’allerta su possibili bombardamenti aerei in Siria «entro le prossime 72 ore» chiedendo alle compagnie aeree la «dovuta considerazione» nel pianificare voli nel settore del Mediterraneo Orientale. «A causa del possibile lancio di bombardamenti in Siria con missili aria-terra e/o cruise entro le prossime 72 ore, e della possibilità di perturbazioni intermittenti dell’equipaggiamento radio di navigazione, è necessaria adottare la dovuta considerazione quando si pianificano operazioni di volo nell’area del Mediterraneo Orientale/Nicosia FIR», si legge nell’allerta pubblicata da Eurocontrol. Al momento il «quadrante» delle rotte su Siria ma anche su Iraq e Israele mette in evidenza che i voli commerciali hanno già cominciato a «girare al largo» dalla zone delle possibili operazioni militari. Immediatamente, Air France ha deciso di modificare i suoi piani di volo.

Trump: «Russia, preparati!»

Implicitamente anche un tweet di Donald Trump sembra avvalorare l’allarme di Eurocontrol. «La Russia minaccia di abbattere i missili sparati sulla Siria - avverte il presidente Usa - Tieniti pronta, Russia, perchè stanno per arrivare “nice, new and smart!”. Tu non dovresti essere dalla parte di un assassino animale che usa i gas per uccidere il suo popolo e compiacersene!» . Per la casa Bianca «le relazioni con la Russia sono peggiori di quanto siano mai state, dai tempi deella Guerra Fredda». Passano pochi minuti ed ecco la risposta di Mosca. «I missili `intelligenti´ dovrebbero volare verso i terroristi, non verso il governo legittimo» sono le parole usate dal portavoce del ministero degli esteri russo. Il governo siriano dal canto suo ha definito «spericolate» e «avventate» le minacce americane. «Il pretesto delle armi chimiche è evidentemente una scusa debole e non sostenuta da prove» dice il ministero degli esteri di Damasco citato dall'agenzia Sana. «La situazione nel mondo non può non suscitare preoccupazione, sta diventando sempre più caotica, ma la Russia spera che il buonsenso prevalga» e che «il sistema mondiale diventi stabile e prevedibile» ,dice nel pomeriggio il presidente russo Vladimir Putin in una cerimonia al Cremlino per la consegna delle credenziali dei nuovi ambasciatori, tra cui l’italiano Pasquale Quito Terracciano.

L'avvertimento a Mueller

D'altro canto Donald Trump tiene d'occhio il fronte interno e sempre attraverso Twitter, ormai il suo canale diplomatico privilegiato, addebita il peggioramento delle relazioni internazionali all'inchiesta Russiagate: «Molto del cattivo sangue che scorre con la Russia è causato da dall'inchiesta corrotta e bugiarda, guidata da tutti i Democratici o da gente che ha lavorato con Obama. Mueller è il più confuso tra loro. Non vi è alcuna collusione, e così sono impazziti!».

L’altolà di Mosca, i dubbi di Londra, i caccia di Parigi

Pochi degli attori in campo, nel frattempo, sembrano disposti a fare un passo indietro. A dare un’idea del clima erano arrivate le parole di Alexander Zasypkin , ambasciatore russo in Libano secondo il quale l’esercito di Mosca si riserva il diritto di «abbattere i missili» e «distruggere le fonti di lancio» in caso di aggressione degli Stati Uniti contro la Siria. Il fronte dei paesi occidentali non sembra compatto attorno alla posizione espressa da Donald Trump deciso a non lasciare impunito il bombardamento chimico di Assad sulla popolazione civile di Douma. La premier britannica Theresa May ha detto di aver bisogno di prove più sicure prima di unirsi al bombardamento voluto dagli Usa e di voler attendere l’esito degli ispettori internazionali dell’Onu. All’opposto la Francia, secondo quanto riporta Le Figaro, scalda i motori: i suoi caccia sono pronti al decollo dalla base di Saint Dizier con destinazione Siria.

Salvini: «No a interventi militari»

In Italia per il momento le reazioni sono improntate alla cautela, se non al silenzio. L'unico ad esporsi, ma prendendo una posizione al di fuori della linea di Trump è Matteo Salvini: «Chiedo al presidente Gentiloni una presa di posizione netta dell'Italia contro ogni ulteriore e disastroso intervento militare in Siria. Non vorrei che motivi economici, esigenze di potere o il presunto utilizzo mai provato di armi chimiche mai trovate in passato scatenassero un conflitto che può diventare pericolosissimo».

L’Oms : 500 persone intossicate a Douma

Per fare chiarezza sulla reale gravità e sulle responsabilità di quanto accaduto a Douma, intanto l’Oms (organizzazione mondiale della sanità) ha chiesto di avere immediato accesso ai luoghi. Peter Salama, direttore generale dell’organizzazione si dice « profondamente allarmato dalle notizie sul sospetto uso di armi chimiche» e chiede «accesso immediato e senza ostacoli all’area per fornire assistenza alle popolazioni colpite, valutare gli impatti e dare una risposta globale di salute pubblica». Secondo l’Oms sono almeno 500 le persone che si sono rivolte ai centri medici «con segni e sintomi di esposizione ai gas chimici».

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