15 aprile 2018 - 18:45

Siria, «accesso negato a Douma». Pronte nuove sanzioni Usa contro Mosca. Macron: «Russia complice nell'uso di armi chimiche»

Londra denuncia l’impossibilità per gli ispettori di controllare il sito attaccato con le armi chimiche. L'annuncio dell'ambasciatrice americana all'Onu Nikki Haley e la condanna del presidente francese: «Ho convinto Trump a restare a lungo». Ma la Casa Bianca smentisce: «Presto a casa i nostri soldati»

di Redazione Online

Proteste in Iraq contro l'attacco Usa in Siria (Afp) Proteste in Iraq contro l'attacco Usa in Siria (Afp)
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Russia e Siria non hanno ancora consentito alla missione dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) di entrare a Douma per verificare la notizia di un presunto attacco con armi chimiche: lo ha dichiarato l’ambasciatore britannico in Olanda, Peter Wilson, all’Aja. La delegazione britannica ha denunciato l’impossibilità di accedere al sito che lo scorso 7 aprile sarebbe stato attaccato con armi chimiche dal regime siriano del presidente Bashar Assad. In risposta a quell’azione, nella notte tra sabato e domenica è scattato il raid congiunto di Usa, Francia e Regno Unito contro tre impianti scientifici in Siria.

L’intervista del presidente francese Emmanuel Macron

«La Russia è stata complice nell'uso delle armi chimiche in Siria». Sono le dure parole pronunciate dal presidente francese Emmanuel Macron, nell'intervista di circa 2 ore trasmessa in diretta tv e cominciata sul tema dei raid in Siria. «L'operazione è riuscita sul piano militare, i missili hanno raggiunto gli obiettivi, è stata distrutta la loro capacità di produrre armi chimiche. E da parte loro non c'è stata nessuna vittima», ha detto Macron. «La decisione di intervenire è stata presa domenica scorsa - ha aggiunto Macron -, 48 ore dopo le prime identificazioni dell'uso di armi chimiche nella Ghuta orientale». Il presidente francese ha inoltre rivelato di aver convinto il collega Usa Donald Trump, che aveva espresso il desiderio di ritirare le truppe americane dalla Siria, a «rimanere a lungo», subito l'azione militare di Washington, Parigi e Londra. «Dieci giorni fa, il presidente Trump ha detto che gli Stati Uniti d'America hanno la vocazione di disimpegnarsi dalla Siria, l'abbiamo convinto, abbiamo convinto che fosse necessario rimanere lì, lo abbiamo convinto che è stato necessario rimanere a lungo termine», ha dichiarato. A stretto giro, però, la replica: «No, abbiamo detto chiaramente che vogliamo un ritorno a casa delle forze americane schierate in quel Paese» ha detto la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders.

Israele-Iran

Alta tensione nella regione. In una dichiarazione al New York Times, una fonte militare israeliana ha ammesso l’attacco della scorsa settimana alla base T4 di Tayfur in Siria, dalla quale era partito in precedenza un drone armato contro lo Stato ebraico. «È stata la prima volta che abbiamo attaccato obiettivi iraniani dal vivo, sia edifici sia persone», ha spiegato la fonte al giornalista Thomas Friedman. Poi, riferendosi al drone partito da quella base, ha aggiunto: «Questa è la prima volta che abbiamo visto l’Iran, e non chi agisce per conto suo, fare qualcosa contro Israele. E ciò ha aperto un nuovo periodo».

Intanto Washington chiama gli alleati ad assumere maggiori responsabilità nella regione e prepara nuove sanzioni contro Mosca, questa volta legate al sostegno del governo russo al dittatore siriano Assad. Lo annuncia in una intervista a Fox News Nikki Haley, ambasciatrice americana all’Onu. «Vedrete cosa accadrà domani», ha affermato. Il quotidiano russo Kommersant, d al canto suo, riporta il contenuto di una missiva inviata dall’ambasciatore americano Jon Huntsman al ministero degli Esteri russo. Le lettera è divisa in due parti: nella seconda, ha riferito una fonte, si afferma che Washington intende mettere a punto nuove sanzioni «per l’appoggio fornito al regime siriano». Nella prima parte della lettera si spiegano, invece, le ragioni che hanno condotto all’operazione militare lanciata dagli americani e dai loro alleati contro la Siria.

Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno pronto un nuovo progetto di risoluzione sulla Siria che sarà presentato lunedì al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che comprende anche l'istituzione di un nuovo meccanismo investigativo per l'uso di armi chimiche. Una fonte diplomatica informata ha detto all'agenzia russa Tass che «i colloqui cominceranno lunedì (domani)» senza specificare quando sarà messa ai voti. Dall'inizio del conflitto in Siria Mosca ha usato il diritto di veto 12 volte, sei delle quali su risoluzioni inerenti le armi chimiche, paralizzando di fatto l'azione del Consiglio.

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