22 aprile 2018 - 10:07

Messico, strage di preti: due morti in 48 ore, l’ultimo aveva 33 anni

Juan Miguel Garcia era diventato sacerdote soltanto due giorni prima di essere ucciso. E’ il 23° religioso ammazzato dal 2012

di Guido Olimpio

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In Messico chiunque può essere un obiettivo. Non ci sono scudi, eccezioni, remore. Criminali di strada, narcos e killer legati ad apparati politico-mafiosi eliminano con assoluta facilità e impunità. Ecco perché nell’arco di pochi giorni sono stati assassinati due sacerdoti: dal 2012 sono ben 23 gli uomini di religione caduti sotto la mano dei sicari.

Pugnalato a morte

L’ultimo attacco ha coinvolto Juan Miguel Garcia, 33 anni, diventato prete da soli due giorni. La vittima è stata sorpresa nella sacrestia della parrocchia a Tlajomulco de Zuniga, stato di Jalisco. Due uomini sono entrati nell’edificio, hanno aperto il fuoco e sono fuggiti. Un paio di giorni prima, alla periferia di Città del Messico, era stato pugnalato a morte padre Ruben Diaz, 50 anni. Secondo alcune testimonianze aveva avuto una discussione con una persona che lo avrebbe in seguito aggredito. Ma, come sempre, le versioni vanno accolte con grande prudenza, visto che non mancano – a volte – depistaggi e notizie false messe in giro ad arte. Al tempo stesso non tutti questi casi sono legati ad azioni di gruppi criminosi: ci possono anche essere motivazioni diverse o personali.

Narco terrorismo

I delitti dei preti si sommano a quelli di dozzine di altri, consumati ogni giorno in un paese sconvolto dal narco-terrorismo. E’ sufficiente scorrere le pagine di cronaca di qualsiasi quotidiano per leggere informazioni – spesso scarne – di agguati, attacchi, incursioni. Decine di migliaia le vittime, il numero cambia a seconda di dove iniziamo a sfogliare il calendario. E poi ci sono gli scomparsi, uomini e donne che difficilmente torneranno alle loro case. In queste ore, a conferma della brutalità del conflitto, ha colpito l’episodio verificatosi nello stato di Guerrero. Una pattuglia di sei agenti è caduta in una imboscata di una gang e i banditi, dopo aver sterminato il team, hanno filmato la scena. I criminali insultano i poliziotti, mostrano le ferite orrende, depredano. La clip – come fossero militanti Isis – è finita sul web. Quattro dei presunti responsabili sono stati in seguito arrestati grazie al video: uno di loro aveva fatto il nome di un piccolo boss.

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