21 aprile 2018 - 22:28

Valls oltre confine: «Andrei a Barcellona a fare il sindaco»

L’ex premier francese, nato nel capoluogo catalano e naturalizzato a 20 anni, potrebbe candidarsi con gli unionisti di Ciudadanos: «Vorrei restituire qualcosa alla Spagna»

di Stefano Montefiori, corrispondente a Parigi

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«Per l’amor di Dio, per nonno Magi! Non si è mai visto un modo così brutale di reprimere le libertà», ha risposto Giovanna Valls al tweet del fratello, che dopo il referendum per l’indipendenza catalana nell’ottobre scorso incitava a «sostenere la risposta dello Stato democratico spagnolo». In quei giorni l’ex premier francese ha cominciato ad assumere un ruolo di primo piano nella politica catalana e spagnola, convinto che l’indipendentismo fosse una minaccia «per la Spagna e per tutta l’Europa».

Le sue convinzioni unioniste lo hanno fatto litigare con la sorella — legata alla storia famigliare del nonno Magi Valls, banchiere e fondatore del giornale in lingua catalana El Mati, e dello zio compositore Manuel Valls i Gorina, autore dell’inno del Barcellona —, ma Manuel Valls è andato avanti e ora dichiara di essere pronto a presentarsi come aspirante sindaco della città catalana, per il partito anti-indipendentista e centrista dei Ciudadanos, alle elezioni del maggio 2019. «Continuare a partecipare al dibattito sull’indipendentismo mi interessa, voglio studiare questa possibilità», ha detto Valls a proposito di una sua possibile candidatura, durante un’intervista alla rete spagnola TVE.

Nel settembre 2014 Manuel Valls, nominato primo ministro francese da Hollande, era all’apice del successo e partecipava al festival dell’Unità di Bologna prestandosi alla famosa foto delle camicie bianche: con l’olandese Samson,lo spagnolo Sánchez e Matteo Renzi, Valls — parlando italiano con accento spagnolo — incarnava le speranze del riformismo di sinistra europeo. Da allora molte cose sono cambiate, in Europa e nella vita politica e personale di Valls.

Si è dissociato in extremis dal presidente Hollande. Ha puntato all’Eliseo, subito sconfitto alle primarie socialiste da un Benoît Hamon che poi prenderà solo il 6 % al primo turno delle presidenziali. Valls quindi ha dichiarato «morto» il partito socialista, ha tentato di entrare in En Marche! ma gli uomini di Macron lo hanno respinto neanche troppo gentilmente. Infine è riuscito a restare in Parlamento dopo una lotta all’ultimo voto nella circoscrizione dell’Essonne, promettendo ai suoi elettori dedizione eterna.

Sul piano personale, martedì scorso Valls ha chiamato Paris Match informando di essersi separato dalla moglie violinista Anne Gravoin, e di essere ora in coppia con la deputata macronista Olivia Grégoire. La rinascita catalana di Valls è un ritorno alle origini, come ha ricordato lui stesso: «Sono nato a Barcellona, figlio di catalano (il pittore Xavier Valls, la madre Luisangela Galfetti era svizzera italiana, ndr), e vorrei restituire alla Catalogna e alla Spagna un po’ di quello che mi hanno dato».

Valls è nato spagnolo, è diventato francese solo a vent’anni e in base alle regole Ue può votare e candidarsi nelle elezioni locali di qualsiasi Stato membro. Una bella storia europea. Oppure, secondo un concittadino della sua Évry intervistato da Europe 1, «Valls va a Barcellona perché sa che in Francia è un po’ bruciato».

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