23 aprile 2018 - 22:14

Francia, legge più severa sui migranti ma il partito di Macron si spacca

Al voto la nuova legge. Più veloce ottenere asilo politico ma aumentano i giorni di detenzione preventiva

di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi

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Per la destra è un progetto di legge lassista e inadeguato a fermare l’ondata migratoria. Per la sinistra e le associazioni è una norma troppo dura che calpesta i diritti umani. Prova che il testo su «asilo e immigrazione» approvato in prima istanza domenica sera dall’Assemblea nazionale è «equilibrato», secondo il ministro dell’Interno Gérard Collomb che l’ha presentato. Eppure anche 14 deputati della maggioranza de «La République En Marche» si sono astenuti e uno, Jean-Michel Clément, ha votato contro annunciando il suo addio al gruppo parlamentare, primo caso di fronda interna al movimento di Macron.

L’immigrazione resta uno dei temi più complicati da affrontare per i politici europei e anche per il presidente Emmanuel Macron, che dalla sua elezione ha cercato di abbinare i valori di «umanità» e «fermezza» con una sorta di ripartizione di ruoli: a lui l’umanità, con discorsi ispirati alla tradizione della Francia come patria dei diritti dell’uomo; al ministro dell’Interno Gérard Collomb la fermezza, con interventi senza sconti di gendarmi e poliziotti a Nizza, Ventimiglia, Bardonecchia e Calais e con la nuova legge.

I punti principali: 1) Riduzione dei tempi per la presentazione delle domande di asilo — da 120 a 90 giorni — in modo da chiarire in fretta chi ha diritto di restare in Francia e chi invece deve essere riaccompagnato 2) Aumento dei termini della detenzione preventiva — da 45 a 90 giorni— per gli immigrati che si pensa non abbiano titolo per restare, in modo da avere il tempo per esaurire i ricorsi legali e facilitare le espulsioni. 3) Un Paese dove gli omosessuali sono perseguitati non può essere classificato come «sicuro» 4) Possibilità di permesso di soggiorno temporaneo per le persone che sono attive in un’associazione di volontariato (emendamento proposto dalla ong Emmaus) 5) Minore severità verso le persone che aiutano i migranti e che oggi vengono spesso processate, come è accaduto più volte all’agricoltore Cédric Herrou al confine tra Francia e Italia.

Quest’ultima è una delle misure più contestate dalla destra dei Républicains, che hanno la maggioranza al Senato dove l’esame della legge comincerà all’inizio di giugno. Il loro capogruppo Christian Jacob ha promesso che il testo verrà «considerevolmente emendato» ed è possibile che tra i primi punti a cadere sarà proprio quello che circoscrive e attenua il «delitto di solidarietà». Per Jacob si tratta di un cedimento «estremamente grave» concesso dalla maggioranza «per rassicurare la sua ala sinistra». Per Marine Le Pen tutta la legge è «completamente sbagliata», e va detto che nella settimana di dibattito parlamentare si è concretizzato quell’avvicinamento tra destra ed estrema destra che molti ormai auspicano apertamente.

Le critiche arrivano anche da chi ha una visione opposta alla destra, da Amnesty International che giudica «pericoloso» il progetto di legge a Daniel Cohn-Bendit. Consigliere molto ascoltato del presidente Macron, ha denunciato su Le Monde l’ennesimo tentativo di «strumentalizzazione dei migranti».

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