28 aprile 2018 - 00:30

Attentato di Toronto, 8 vittime su 10 erano donne: erano il vero obiettivo del killer? Minassian e gli «Incel»

Secondo gli investigatori Alek Minassian potrebbe aver scelto di proposito di investire nella folla proprio le donne

di Guido Olimpio

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Ora c’è la conferma delle autorità: 8 delle 10 vittime dell’attacco di Toronto erano donne. Un elemento in più nell’indagine sul gesto criminale compiuto da Alek Minassian alla guida di un furgone a noleggio. Un dato che sommato alle presunte tendenze misogine dell’assassino inserisce la strage in un contesto di terrorismo interno, anche se questa definizione piace poco ad accademici e, spesso, a chi fa le inchieste.

Odio viscerale

La polizia dovrà capire, magari anche attraverso gli interrogatori del giovane, se abbia lanciato il mezzo sulla folla a caso o abbia cercato di investire soprattutto delle donne. È un aspetto non secondario. Nelle ore successive all’attentato sono emersi dei legami probabili di Minassian con «Incel», i celibi involontari, movimento che ingloba delle frange estreme. Inoltre lo stesso killer avrebbe postato su Facebook frasi in onore di Elliot Rodger, il ventenne autore del massacro di Isla Vista, in California, nel 2014. Sull’autenticità delle parole sono girate versioni contrastanti, gli investigatori hanno parlato di messaggio criptico, ma alla fine pare che possa essere ricondotto davvero al protagonista dell’incursione nelle vie della città canadese. Il possibile rapporto non è casuale, visto che Rodger, ancora vergine, nutriva un odio profondo verso le ragazze. Non riusciva ad avere rapporti, si sentiva respinto, soffriva di disturbi mentali e accusava gli altri dei suoi problemi. Sentimenti espressi con un lungo testo lasciato sul web – una sorta di manifesto «politico» – e con un video su Youtube. Materiale diventato in seguito la guida per altri stragisti, compreso Nikolas Cruz, responsabile della sparatoria in un liceo della Florida.

Modelli per altri

Cruz e Minassian, a loro volta, si sono tramutati in «modelli» da seguire. Sulla rete si sono formati gruppi che li considerano quasi dei «santi», dei vendicatori, e li accostano alla figura di Rodger. Sono ovviamente persone che condividono interpretazioni estremiste fino a ritenere possibile il ricorso alla violenza. Minoranze delle minoranze ma che non vanno sottovalutate: è sempre più evidente come il modus operandi dei militanti jihadisti e quello di persone disturbate sia identico. Però non è solo la ripetizione di una tattica — come il ricorso al veicolo ariete o alle armi da fuoco —, bensì l’affermarsi di un fenomeno, con una propria ideologia, che deve essere considerato alla stregua del terrorismo. Infatti qualche esperto statunitense ha iniziato a valutarlo — giustamente — in questo modo.

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