11 dicembre 2018 - 19:27

Salvini in Israele. Hezbollah sono terroristi? Per Usa e Israele sì, i dubbi della Ue

L’organizzazione di ispirazione sciita e appoggiata dall’Iran è accusata di aver compiuto atti sanguinosi, uno dei quali nell’83 provocò la morte a Beirut di circa 300 militari Usa

di Claudio Del Frate

Salvini in Israele. Hezbollah sono terroristi? Per Usa e Israele sì, i dubbi della Ue
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Ma gli Hezbollah possono essere considerati terroristi, così come li ha definiti il vicepremier Matteo Salvini durante una visita in Israele? Le parole del ministro italiano hanno creato imbarazzo negli ambienti militari italiani, dal 2006 impegnati in missione di peace keeping per conto delle Nazioni Unite proprio nella fascia tra Israele e Libano. La definizione della formazione, un movimento di ispirazione islamica sciita, appoggiato dall’Iran è in effetti controversa: L’Unione Europea, pur avendo accusato in passato gli Hezbollah di avere compiuto atti terroristici, considera la formazione (o almeno la sua ala militare) un soggetto terroristico a tutti gli effetti; da un punto di vista politico la posizione è più ambigua ed è capitato in passato che esponenti europei dialogassero con interlocutore di Hezbollah (capitò a massimo D'Alema nel 2006). Dal 2013 invece una risoluzione ha classificato come terroristiche l'ala militare dell'organizzazione. Stati Uniti, Israele e Canada, al contrario inseriscono per intero l’organizzazione nelle loro «black list». Washington in particolare accusa Hezbollah dell’esplosione di alcune autobomba che nel 1983 a Beirut uccisero 300 tra militari americani e francesi.

Il ruolo dei militari italiani

La formazione ha un’«ala» politica che è rappresentata nelle istituzioni libanesi ma anche un’area paramilitare attiva specialmente nel sud del paese e fortemente sostenuta dall’Iran. Proprio per questa ragione l’Onu nel 2006 aveva deciso l’invio di un contingente (Unifil) che facesse da «cuscinetto» tra milizie sciite libanese ed esercito israeliano. Il comando della missione è affidato all’Italia che svolge in maniera particolare operazioni di pattugliamento lungo il confine ma anche incontri periodici con i sindaci e le autorità politiche locali. Quasi sempre espressione degli Hezbollah.

La guerra del 2006

La presenza militare italiana nell’area è frutto del cessate il fuoco siglato nell’estate del 2006: nel luglio di quell’ano Israele aveva dato vita auna offensiva nel sud del Libano in seguito al rapimento di alcuni suoi militari proprio da parte di attivisti Hezbollah. L’azione è classificata come «seconda guerra israelo-libanese e ha termine nel settembre del 2006. Con la risoluzione Onu di poche settimane prima veniva deciso l’invio di truppe internazionali per la stabilizzazione dell’area.

La sentenza dell’Aja

Riguardo all’accenno fatto da Salvini a sentenze della Corte Europea che condannano i miliziati sciiti del Libano per terrorismo un pronunciamento recente riguarda l’assassinio dell’ex premier Hariri avvenuto a Beirut nel 2005: per quell’attentato il tribunale dell’Aja ha ritenuto responsabili 4 appartenenti ad Hezbollah.

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