17 dicembre 2018 - 11:54

La Chiesa ortodossa ucraina si stacca da quella russa. Mosca: «scissionisti»

Da tempo impegnato in questa battaglia, il presidente Poroshenko, presente al sinodo, canta vittoria. Lo strappo, benedetto dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, è stato condannato dal patriarca russo

di Lorenzo Cremonesi

La Chiesa ortodossa ucraina si stacca da quella russa. Mosca: «scissionisti»
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La Chiesa ortodossa ucraina si unisce e crea un fronte indipendente dal patriarcato ortodosso di Mosca. Un passo che riceve la benedizione del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, ma che ha subito visto la netta condanna del patriarcato russo. «Gli scismatici rimangono scismatici, e la Chiesa rimane la Chiesa», tuonano oggi sull’agenzia stampa Sputnik dal Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ucraina che fa capo al patriarcato di Mosca.

I toni sono quelli da guerra di religione aperta. «E’ un peccato che alcuni abbiano aderito allo scisma e che questo scisma sia stato sostenuto da Costantinopoli. Ma tutto ciò non sarà accettato», specificano, definendo la nuova Chiesa unificata ucraina un «corpo estraneo» all’interno del mondo ortodosso.

Così il braccio di ferro tra Kiev e Mosca si incancrenisce ancor più in uno scontro totale politico e militare che va a coinvolgere direttamente l’universo religioso.

Da mesi ormai il presidente Petro Poroshenko si sta impegnando per separare la Chiesa del suo Paese da quella russa, che comunque mantiene legami profondi con le parrocchie e le realtà religiose ucraine, specie nell’est del Paese, nelle campagne e nelle regioni a ridosso del Mar Nero compreso il comprensorio di Odessa.

Nelle ultime ore i suoi sforzi si sono fatti realtà. La nuova Chiesa vede l’unificazione della maggioranza delle parrocchie legate al patriarcato di Kiev con quelle della Chiesa autocefala locale, rafforzatasi dopo le violente rivolte anti-russe del 2014.

Poroshenko ha personalmente voluto assistere al sinodo della nascita della nuova Chiesa, che ha visto anche l’elezione del suo capo autonomo patriarca Epifanio nei pressi della cattedrale di Santa Sofia. «Questo sacro giorno sarà ricordato come il momento definitivo dell’indipendenza ucraina dalla Russia. Stiamo tagliando i lacci che ci legano all’impero, stiamo tornando alla via indicata da Dio», ha quindi dichiarato.

Per lui si tratta di un passo importante e un tentativo di rilancio politico personale. I recenti sondaggi vedono infatti la sua popolarità in caduta libera. Pare che solo il 12 per cento degli ucraini sia disposto a sceglierlo in vista delle elezioni nazionali previste il prossimo 31 marzo. Lo stesso Vladimir Putin poche settimane fa lo aveva accusato di fomentare a bella posta lo scontro con Mosca, cogliendo l’occasione delle recenti frizioni per il controllo del Mare di Azov, per tentare di riguadagnare il livello di consenso che quattro anni fa lo aveva eletto. Ma Poroshenko anche in un’intervista al Corriere della Sera aveva nettamente rifiutato le accuse e ribadito la necessità che l’Unione Europea e la Nato si schierino con Kiev contro le mire egemoniche del «dittatore russo».

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