16 giugno 2018 - 09:59

«Liberati decine di miliziani europei dell’Isis»: il sospetto di uno scambio da parte dei curdi siriani

Secondo indiscrezioni, i curdi siriani avrebbero raggiunto un’intesa per uno scambio di prigionieri. I combattenti europei, alcuni con mogli e figli, si sarebbero diretti verso le ridotte del Califfato. Tra i rilasciati vi sono belgi, francesi, olandesi e tedeschi

di Guido Olimpio

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Le prime notizie sono trapelate all’inizio del mese, poi le ha rilanciate giovedì il Daily Telegraph: i curdi siriani Ypg avrebbe liberato dozzine di militanti europei dell’ Isis in cambio di loro compagni. I combattenti, alcuni con mogli e figli, si sarebbero diretti verso le sacche di territorio dove il Califfato continua a resistere. Una storia che ha comunque bisogno di ulteriori verifiche.

Tre intese

Le indiscrezioni sostengono che sarebbero stati conclusi tre accordi: in febbraio, aprile e in giugno. I curdi hanno condotto un negoziato che ha portato all’intesa, contatti segnati anche da numerosi agguati che avrebbe eliminato dei mediatori. Oltre allo scambio di prigionieri le parti hanno concordato che i jihadisti non attaccheranno più le installazioni petrolifere nella parte nord orientale della Siria. Tra i rilasciati vi sono belgi, ceceni, marocchini, francesi, olandesi e tedeschi. E non è escluso che in futuro possano essere rimessi in libertà anche due britannici – i Beatles – coinvolti nell’uccisione di ostaggi. La mossa curda è legata – affermano le fonti – a due aspetti: 1) Volevano restituire la libertà ai compagni catturati. 2) Speravano che i governi Ue si occupassero dei loro connazionali - estremisti - in arresto, ma i governi sono parsi restii ed ha scaricato l’onere sull’Ypg. Non è chiaro il numero esatto dei jihadisti finiti nelle celle del Kurdistan siriano: un generale americano aveva parlato di quasi 400 persone.

Molti dossier

È una situazione che solleva molta preoccupazione in quanto i militanti possono rafforzare le unità dello Stato Islamico sotto attacco e in qualche caso tentare di rientrare in patria. Un dossier sul quale pesano diverse considerazioni. I turchi, che minacciano nuove operazioni anti-curde e nonostante sia evidente la collusione con formazioni islamiste, useranno questa carta propagandistica per dimostrare che è un errore sostenere Ypg. Washington, a sua volta, ha spinto per un’estradizione degli europei verso i rispettivi paesi e persino ipotizzato l’uso di Guantanamo. L’YPG ha sollecitato assistenza economica e tecnica per risolvere un problema che ha anche implicazioni umanitarie visto la presenza di minori. E tutto questo avviene mentre proprio i ribelli curdi hanno accentuato la pressione sulle linee tenute dai resti dell'Isis. Azione favorita dalla coalizione a guida Usa: in maggio i raid sono stati 225, con almeno 280 target ingaggiati.

Caccia ai killer

Infine le forze curde siriane sono riuscite a scovare e eliminare Talip Akkurt, esponente dell’Isis accusato di aver bruciato vivi due soldati turchi nel 2016. Il terrorista sarebbe stato colpito durante un combattimento nella cittadina di Hajin, regione di Deir ez Zour. Su di lui c’era una taglia di 320 mila dollari offerta da Ankara. Akkurt faceva parte del cosiddetto Gruppo Yasar, un nucleo di turchi “specializzato” nell’esecuzione di prigionieri e ostaggi. Un target di alto livello che era riuscito a sottrarsi alla caccia dell’intelligence di Erdogan e dei ribelli finanziati dalla Turchia.

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