2 luglio 2018 - 00:44

Migranti, nuova strage: 63 dispersi
E il Mediterraneo resta senza Ong

In sette giorni riportate in Libia 2.500 persone. Oltre 170 morti nelle ultime 48 ore. La denuncia: «Potremmo salvare vite invece veniamo bloccati, perquisiti e indagati»

di Marta Serafini

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Quasi 170 morti in 48 ore. Dopo il naufragio di venerdì in cui hanno perso la vita 100 persone, ieri l’Alto commissariato per i rifugiati ha dato notizia di altri 63 dispersi al largo di Zuwara. Un quadro preoccupante tanto più che «in sette giorni sono state riportate in Libia oltre 2.500 persone e in 10 mila sono richiusi in 20 centri in condizioni estreme con oltre 40 gradi», denunciano Unhcr e Oim, l’organizzazione per le migrazioni.

Intanto a salvare vite umane ieri non era rimasto nessuno. Niente navi delle Ong. Non operative per soccorso la Diciotti e la Dattilo della Guardia Costiera italiana. Tra Zuwara e Garabulli solo le motovedette della Guardia costiera libica. «È incredibile, potremmo salvare vite e invece veniamo bloccati, perquisiti, messi sotto indagine per i giochi della politica. Leggiamo i post su Facebook e le dichiarazioni alla stampa sulla chiusura dei porti. Ma nessuno di noi ha mai ricevuto una comunicazione ufficiale di blocco», si sfoga Riccardo Gatti di Proactiva Open Arms, mentre la sua nave fa rotta verso Barcellona con 59 migranti a bordo, dopo che La Valletta e Roma hanno rifiutato l’attracco.

Nei giorni scorsi sia Malta che l’Italia hanno chiuso i loro porti alle Ong sia per gli sbarchi sia per gli scali tecnici di rifornimento o cambio di equipaggi (qui, l’intervista del ministro Salvini). Un problema operativo non da poco. «Ci hanno fatto una verifica a bordo cui non è stato dato seguito. Dovremmo risalpare domani sera (oggi per chi legge) ma non sappiamo se ci verrà permesso», spiega Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch. Ferma in porto anche la Seefuchs della ong tedesca Sea Eye, mentre resta sotto sequestro la Lifeline al centro di un tira e molla internazionale che si è concluso con lo sbarco di 234 migranti.

Ancora diversa la situazione di Aquarius, la nave con la capienza più grande, ferma per cambio dell’equipaggio a Marsiglia dopo il rifiuto di attracco a Malta. «Siamo al termine di una delle rotazioni più impegnative. Abbiamo bisogno di tempo per capire cosa sta succedendo, ma rimaniamo operativi», dice Sophie Beau di Sos Mediterranée.

A preoccupare — oltre ai mancati soccorsi — sono gli aspetti economici. «Se si calcola che un giorno di navigazione costa in media 11 mila euro e un pieno di benzina 45 mila, è chiaro come allungare la rotta verso Francia e Spagna comporti una spesa gravosa», si sfogano gli addetti ai lavori.

Le navi di ricerca e soccorso che fin qui hanno salvato migliaia di vite umane resteranno nel Mediterraneo? «Navighiamo tutti a vista» è la risposta. Certo è che il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a ribadire la sua linea. E da Pontida ringrazia la Guardia costiera libica che «sta salvando tante vite umane».

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