12 maggio 2018 - 21:32

Le preoccupazioni di Merkel: in Italia una fase «impegnativa»

La cancelliera premiata ad Assisi con la Lampada di San Francesco «per la sua opera di riconciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli». Fitto colloquio con Gentiloni, dai migranti all’Iran

di Paolo Valentino, inviato ad Assisi

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ASSISI Il grande slam di Angela Merkel tra Europa, cristianesimo e pace, si è concluso sabato ad Assisi, dove la cancelliera tedesca ha ricevuto la Lampada di San Francesco, «per la sua opera di riconciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli». In tre giorni, Merkel è passata da Aquisgrana, dove ha celebrato l’impegno europeista di Emmanuel Macron per il Premio Carlo Magno, all’intervento di venerdì alle giornate cattoliche di Muenster, in cui ha ricordato all’Europa le sue responsabilità verso l’Africa in ragione del colonialismo, infine alla cerimonia nella Basilica Superiore, con un discorso nel quale ha definito l’integrazione europea «un progetto di pace senza eguali», avvertendo che per realizzarlo «occorre avere la capacità di guardare oltre i confini del nostro orticello».

Una giornata particolare, quella della cancelliera. Nella quale si sono inevitabilmente intrecciati tutti i nodi dell’attualità internazionale, dalle crisi in Medio Oriente alla situazione politica italiana, cui Merkel ha fatto solo un fugace riferimento nel suo discorso, ma della quale ha discusso a lungo con Paolo Gentiloni, venuto a salutarla e probabilmente al suo ultimo appuntamento internazionale.

Quella con il presidente del Consiglio uscente è stata una vera cerimonia degli addii tra due leader che hanno imparato a stimarsi, sviluppando un rapporto forte e stabile dopo gli sbalzi e le incomprensioni dell’era Renzi. «L’Italia — aveva detto Merkel nel discorso di accettazione — sta attraversando una fase politica impegnativa sulla quale non mi esprimerò». Ma aveva sottolineato la «buona collaborazione» con il nostro Paese, specialmente sulla questione dei rifugiati dal Mediterraneo. Poi era toccato a Gentiloni, introducendo l’incontro della cancelliera con giovani da tutto il mondo: «Grazie per la collaborazione che c’è stata tra i nostri due Paesi in questo periodo. Mi auguro possa continuare nell’interesse reciproco». «Grazie Paolo — gli ha risposto Merkel — con te ho lavorato veramente bene».

A tavola, seduti sulle panche addossate al muro del refettorio, Merkel e Gentiloni hanno parlato di tutto: l’incerta fase politica italiana, il rilancio della costruzione europea in vista del vertice di giugno e soprattutto l’Iran, dopo la decisione di Donald Trump di ritirarsi dall’accordo nucleare. «Una scelta grave, che rende la situazione più tesa» nell’intero Medio Oriente, ha detto la cancelliera, esprimendo forte preoccupazione e confermando l’intenzione della Germania e degli alleati europei di continuare a rispettare l’intesa. Ed ha aggiunto: «Seguiamo con attenzione gli eventi tra Israele e Iran, tenendo presente che la sicurezza di Israele è parte della ragion d’essere della Germania».

A consegnare la Lampada di San Francesco ad Angela Merkel è stato il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, Nobel per la Pace nel 2016, che l’aveva ricevuta lo scorso anno. «Lei cara cancelliera rappresenta quei principi che dovrebbero servire come antidoti in un mondo nel quale i fantasmi del nazionalismo, del razzismo, del populismo e dell’intolleranza risorgono con pericoloso vigore», ha detto l’architetto della riconciliazione nazionale in Colombia. Santos ha elogiato Merkel per aver compreso che il potere va esercitato anche in uno spirito di solidarietà e altruismo, riferendosi alle «decisioni giuste e non sempre popolari, prese per rispondere alla crisi dei migranti».

Padre Mauro Gambetti, custode del Sacro convento, ha esortato la cancelliera a «chiamare a raccolta le forze civili d’Europa e convocare persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità», disegnando un orizzonte di unità che «sappia valorizzare le diversità e perseguire un destino di pace e sviluppo».

Accettando il riconoscimento, Merkel ha ricordato le crisi irrisolte: la Siria, «dov’è in corso una delle più gravi tragedie umanitarie del nostro tempo» e l’Ucraina, «dove ogni notte c’è una violazione della tregua e vite umane sono perdute». La cancelliera ha anche messo in guardia dai pifferai del populismo, che offrono soluzioni semplici e illusori a problemi complessi o alimentano gli stereotipi nazionali che danneggiano la comprensione reciproca: «Durante la crisi dell’euro, nei media tedeschi i greci venivano definiti pigri. Posso assicurarvi che ci sono anche tedeschi pigri. Quando cadiamo negli stereotipi distruggiamo l’Europa».

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