17 novembre 2018 - 13:23

Olanda, la chiesa che dice «messa» da 3 settimane per non espellere i migranti

All'Aia la parrocchia di Bethel tiene una funzione religiosa da oltre 500 ore per aiutare una famiglia di cristiani ameni. La polizia non può prelevare le persone dall'edificio durante il rito. Il pastore: «"Il Vangelo dice di accogliere gli stranieri»

di Elena Tebano

La funzione della chiesa di Bethel, all'Aia (Omroep West) La funzione della chiesa di Bethel, all'Aia (Omroep West)
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Una funzione religiosa lunga tre settimane: la sta tenendo una a chiesa protestante di Bethel, all'Aia, per impedire l'espulsione di una famiglia armena che vive in Olanda dal 2010. La polizia infatti, secondo la legge locale, non può interrompere le celebrazioni religiose per prelevare le persone all'interno della chiesa. Lo riferiscono i media olandesi. La famiglia, composta da una coppia cristiana e dai tre figli di 15, 19 e 21 anni, aveva fatto richiesta di asilo politico, che però le è stato rifiutato e non può più fare appello. Così si è rifugiata in chiesa.

I turni

Sono oltre 500 ore che pastori e fedeli, provenienti da varie città, si alternano per permettere alla funzione di andare avanti «Quando abbiamo iniziato, sapevamo che sarebbe stato una celebrazione molto lunga, che avremmo potuto sederci qui per settimane, se non mesi — ha spiegato Theo Hettema, 53 anni, presidente del consiglio generale della Chiesa protestante a L'Aia —. Non abbiamo illusioni. Potrebbe finire con i furgoni dell' immigrazione, potrebbe terminare perché non possiamo più continuare la funzione. Ma non è una ragione sufficiente per non farlo. Per ora continueremo. La famiglia sa molto bene come sta la situazione,» ha aggiunto. Hetetma ha detto che la decisione di aiutare la famiglia armena ha posto un dilemma alla chiesa: «La Bibbia dice: "obbedisci al governo", ma nel vangelo di Matteo Gesù ci chiama per curare gli ammalati, per vestire i nudi e accogliere gli stranieri in modo ospitale».

Cristiani

« È impossibile spiegare come ci si sente quando tante persone ti aiutano» ha commentato la madre della famiglia armena al giornale olandese Trouw. I Tamrazyan sono in Olanda da nove anni. La figlia più grande, Hayarpi, 21 anni, studia economia all'università, fa la volontaria ed è politicamente attiva per l'associazione cristiana ChristenUnie. Il fratello Warduhi, 19, e la sorella Seyran, 15, sono al liceo. «Abbiamo fatto del nostro meglio in Olanda tutti questi anni — ha detto Hayarpi al quotidiano Ad —. Ora non possiamo andare a scuola né uscire. Non siamo liberi. Sono contento di tutto il sostegno che stiamo ricevendo, ma non siamo liberi». Nonostante la mobilitazione il ministro dell'Interno Mark Harbers ha ribadito che i Tamrazyan non potranno restare nel Paese.

I precedenti

Hayarpi aveva lanciato un appello su twitter per evitare la deportazione a fine settembre. Poi si è rifugiata nella chiesa con i suoi familiari. Quando i 5 non partecipano alla funzione, si riposano nei locali sopra la cappella. Non è la prima volta che una chiesa offre rifugio ai migranti: secondo i media olandesi ci sono stati una cinquantina di casi simili, soprattutto negli anni 90.

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