9 ottobre 2018 - 14:14

Israele, studentessa americana bloccata da 7 giorni in aeroporto a Tel Aviv: «Vuole boicottarci, non entrerà»

Lara Al-Qasem, una studentessa americana di origini palestinesi, è stata fermata perché ritenuta attivista del movimento per il boicottaggio di Israele. L’Università ebraica di Gerusalemme ha chiesto che le venga dato il permesso di accedere al Paese

di Redazione online

shadow

Una studentessa statunitense iscritta all’Università ebraica di Gerusalemme è bloccata da 7 giorni all’aeroporto di Tel Aviv. A riportarlo sono diversi media israeliani. Le autorità israeliane le impediscono l’ingresso nel Paese perché ritenuta un’attivista del movimento per il boicottaggio dello stato ebraico (Bds). La 22enne — Lara Alqasem, di origini palestinesi — ha per questo denunciato le autorità e si trova in attesa di una decisione della magistratura israeliana.

Lara Alqasem Lara Alqasem

La vicenda

Secondo quanto riportato dall’agenzia Ap, Alqasem — che è l’ex presidente del gruppo Studenti per la giustizia in Palestina dell’Università della Florida, ma che non farebbe più parte del gruppo — è atterrata lo scorso martedì all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv con un visto regolare. Dopo essere stata fermata, un tribunale israeliano ha ordinato che, nell’attesa dell’appello, venga tenuta in custodia. La detenzione, giunta al settimo giorno, è la più lunga mai registrata per un caso legato al boicottaggio di Israele, secondo la Ap. L’università di Gerusalemme ha espresso il suo supporto all’appello della ragazza.

«Se rinuncia al boicottaggio, potrà entrare»

Il ministro degli Affari Strategici e della Pubblica Sicurezza, Gilad Erdan, ha detto che la ragazza è libera di lasciare il paese in qualsiasi momento: e, secondo il Times of Israel, ha aggiunto che se la studentessa dovesse rinunciare alle sue attività passate e dichiarare pubblicamente che gli sforzi di boicottaggio non sono legittimi, il ministero potrebbe riconsiderare il suo caso. La ragazza è in possesso di un visto di studio concesso dal consolato israeliano a Miami per un master presso l’Università ebraica di Gerusalemme. Da martedì scorso risulta trattenuta in un centro di detenzione aeroportuale.

Il movimento Bds

II movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni è un gruppo politico transnazionale che mira a fare pressioni su Israele perché concluda l’occupazione dei territori palestinesi, boicottando le merci importate dagli insediamenti. A questa iniziativa aderiscono decine di ong e movimenti politici in tutto il mondo, tra cui diverse chiese protestanti negli Stati Uniti, come quella presbiteriana, la Chiesa unificata di Cristo e le Chiese di Cristo. A fine giugno, il Consiglio dell’Internazionale socialista, che riunisce 140 partiti politici del mondo, ha aderito al movimento per il boicottaggio dello stato ebraico, chiedendo un «totale embargo su tutte le forme di commercio militare e sulla cooperazione con Israele finché continuerà le sue politiche di occupazione e l’apartheid contro il popolo della Palestina». Secondo Israele, il movimento punta alla delegittimazione e alla distruzione dello Stato ebraico. Israele ha dallo scorso anno una legge che impedisce a qualsiasi straniero che, pubblicamente, invochi il boicottaggio dello Stato ebraico di entrare nel Paese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT