23 ottobre 2018 - 21:12

Velo integrale, Fania Oz: «Inutile colpire le ragazze. Il problema è chi lo impone»

Fania Oz-Salzberger, figlia del romanziere Amos Oz, commenta la decisione del comitato dei diritti umani sulla multa, in Francia, a due musulmane che indossavano il niqab

di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme

Velo integrale, Fania Oz: «Inutile colpire le ragazze. Il problema è chi lo impone»
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Ad ascoltarla nell’aula dell’università di Haifa dove insegna Filosofia politica ci sono tante ragazze musulmane, qualcuna indossa il velo sulla testa, seduta vicino a un’araba in jeans e maglietta. «Tra i musulmani le studentesse sono ormai un quarto in più dei maschi. Ed è un segnale fantastico», commenta Fania Oz-Salzberger. Figlia del romanziere Amos Oz — con lui ha scritto «Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica» — in quella che è considerata la città della convivenza si occupa anche dei rapporti tra Israele e l’Europa. Spiega: «L’idea di laicità francese è molto diversa dal secolarismo qui in Israele, per esempio quello della famiglia in cui sono stata educata e cresciuta. La laïcité contiene anche una celebrazione dell’ateismo in quanto tale. Qui da noi un laico è in grado di provare un profondo rispetto per la religiosità ebraica perché la considera parte dello stesso mosaico che compone la sua identità. In generale c’è tolleranza e accettazione verso chi indossa il velo o si copre i capelli come indicano le norme ebraiche».

Nel 2010 un gruppo di parlamentari e di attiviste aveva cercato di far passare una legge che mettesse al bando la copertura totale. In Israele il niqab resta permesso, salvo chiedere che il velo sia sollevato per i controlli di sicurezza. «Eppure è inusuale incrociare una donna — continua Oz-Salzberger — che indossi il burqa. Se una mia studentessa dovesse presentarsi a lezione con il volto nascosto, troverei difficile accettarlo: ho bisogno di vedere la faccia di una persona per poter creare il contatto umano». Lo impongono le famiglie musulmane più oltranziste ed è diffuso tra gli adepti di una setta ebraica. «Il problema sono gli uomini: i padri, i mariti, i fratelli. I bandi, le leggi, dovrebbero colpire loro. Non le ragazze che restano prese in mezzo. A loro bisogna dare la forza di rifiutare obblighi inaccettabili».

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