1 settembre 2018 - 11:20

Trump azzera i fondi Onu per i palestinesi. Berlino: ora tocca all’Europa

La decisione degli Usa che l’Anp non riconosce più tra i mediatori del processo di pace dopo il riconoscimento di Gerusalemme capitale. La contromossa tedesca: aumentiamo i nostri finanziamenti

di Redazione Esteri

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Dopo il drastico taglio di gennaio, ora l’amministrazione Trump ha deciso di cancellare del tutto i finanziamenti statunitensi del programma di aiuti delle Nazioni unite per gli oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato Usa descrivendo l’Unrwa come un piano «irrimediabilmente fallace».
«Sotto la direzione del presidente Trump - si legge in una nota - abbiamo intrapreso una revisione dell’assistenza degli Stati Uniti all’Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania e Gaza per garantire che questi fondi vengano spesi in conformità con gli interessi nazionali degli Stati Uniti e fornire valore al contribuente statunitense».

Tensioni sul «piano del secolo»

La decisione giunge nel pieno dei tentativi avviati da Trump insieme al consigliere speciale, il genero Jared Kushner, e l’inviato per il Medio Oriente, Jason Greenblatt, di preparare il lancio di un piano di pace noto come «piano del secolo». Piano che il presidente palestinese Abu Mazen nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu di settembre si prepara a bocciare, ha fatto sapere un suo ministro, tornando a invocare la convocazione di una Conferenza di pace internazionale per risolvere il conflitto israelo-palestinese con un «meccanismo multilaterale». Una decisione - ha aggiunto - che nasce dalla dichiarazione palestinese che gli Usa non sono più mediatori del processo di pace dopo il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele, dello spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv e dei progetti.

Reazioni

Un portavoce di Abu Mazen ha definito la decisione di Washington un «assalto» contro la sua gente, una «sfida alle risoluzioni dell’Onu . «Una punizione simile non riuscirà a cambiare il fatto che gli Usa non hanno più un ruolo nella regione e non sono più parte della soluzione» ha aggiunto.
Un portavoce di Unrwa, Chris Gunness, ha difeso l’agenzia in una serie di tweet. “Rifiutiamo in modo categorico la critica che le scuole, i centri sanitari e i programmi di assistenza dell’Unrwa siano “irrimediabilmente fallaci”», ha scritto.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha criticato la decisione dell’amministrazione Trump di tagliare i fondi all’agenzia che «fornisce servizi essenziali ai profughi palestinesi e contribuisce alla stabilità della regione». Storicamente gli Stati Uniti sono stati il maggiore contributore al bilancio dell’Unrwa e l’Onu «ne ha apprezzato l’appoggio nel corso degli anni», ha detto Guterres sottolineando che l’Unrwa continua ad avere la piena fiducia del Segretario Generale.


La contromossa tedesca

L’Unrwa, creata per prendersi cura di centinaia di migliaia di palestinesi sfollati durante la guerra arabo-israeliana del 1948, sostiene più di 5 milioni di palestinesi a Gaza, in Cisgiordania, Giordania, Siria e Libano, fornendo assistenza sanitaria, istruzione e servizi sociali.
Il venir meno del principale donatore (350 milioni di dollari il finanziamento Usa nel 2017 , mentre quest’anno ha elargito circa 65 milioni di dollari) , mette in serio pericolo il programma e il sistema su cui si basa la sopravvivenza di milioni di profughi palestinesi.
Per evitare il tracollo, la Germania aumenterà i fondi per l’Unrwa, ha fatto sapere il ministro degli Esteri Heiko Maas, invitando gli altri Paesi della Ue a fare altrettanto, «L’Unrwa è un fattore di stabilità nel Medio Oriente» ha sottolineato. La Germania ha già stanziato quest’anno 81 milioni di euro per gli aiuti.
Il governo giordano intende avviare una campagna di raccolta fondi per l’agenzia delle Nazioni Unite che sostiene i rifugiati palestinesi (Unrwa). «Qualsiasi carenza di finanziamenti spinge centinaia di migliaia di palestinesi verso la privazione e la disperazione», è l’allarme lanciato dal ministro degli Esteri di Amman.

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