12 settembre 2018 - 10:12

La Nasa tentata dalla pubblicità «Astronauti esempio per i bimbi»

L’agenzia spaziale americana sta pensando di permettere ai suoi piloti di apparire negli spot e sulle scatole di cereali come se fossero delle celebrità. Annunci anche sulle navicelle spaziali

di Monica Ricci Sargentini

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«Vorrei vedere i bambini crescere con il desiderio di diventare un astronauta della Nasa piuttosto che una star dello sport. Per questo spero di poter vedere in futuro il volto di un cosmonauta sulle scatole dei cereali». Le parole dell’amministratore della Nasa Jim Bridenstine al Washington Post aprono una nuova frontiera nell’America delle corporazioni: mettere in vendita spazi pubblicitari sulle navicelle spaziali e usare gli astronauti per spot e annunci. Con un doppio obiettivo: far entrare soldi nelle casse della Nasa e fornire un esempio da seguire ai giovani. Ma la decisione, se mai sarà presa, si scontra con le regole etiche dell’amministrazione americana che proibiscono di usare l’ufficio pubblico per guadagni personali.

La commissione

Finora la Nasa, che quest’anno compie 60 anni, era stata molto attenta a non pubblicizzare alcun marchio tanto che quando nel 1981 spedì i bottoncini di cioccolato M&M nello spazio li chiamo semplicemente «cioccolati ricoperti di zucchero» . Ora però Bridenstine ha annunciato che una commissione si metterà al lavoro per rispondere a una domanda provocatoria: le navicelle possono diventare dei tabelloni pubblicitari proprio come le macchine da corsa? «È possibile fronteggiare alcuni dei costi dell’agenzia cedendo i diritti pubblicitari sulle capsule che lanciamo nello spazio ? — ha detto ancora Bridenstine nell’intervista al Washington Post — La risposta è: non lo so ma vogliamo che qualcuno ci consigli sull’argomento».

Pareri negativi

Gli astronauti, tuttavia, non sembrano entusiasti: «Mi sembra difficile per la Nasa mettersi nella posizione di raccomandare questo o quel prodotto. Non è giusto» ha detto l’ex cosmonauta Michael Lopez-Alegria. È d’accordo anche Scott Kelly che per la Nasa ha passato un anno nello spazio: «Sarebbe un cambiamento drammatico della politica che impedisce a un pubblico ufficiale di usare il proprio ruolo per guadagni privati». ha spiegato in una email al Washington Post.

La Casa Bianca

Il tema fa parte di una strategia più ampia per coinvolgere il settore privato nei voli spaziali nell’orbita terrestre. Recentemente la Casa Bianca ha manifestato l’intenzione di non finanziare più direttamente la Stazione Spaziale Internazionale e cedere il controllo delle operazioni del laboratorio a un privato. Un piano che è osteggiato dal Congresso.

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