13 aprile 2019 - 21:38

Finlandia al voto, il boom dei populisti contro «lo straniero»

Alle politiche di oggi si prevede una crescita dei sovranisti, alleati di Salvini e ossessionati dai reati sessuali

di Luigi Offeddu

Finlandia al voto, il boom dei populisti contro «lo straniero»
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Il delegato di quel partito nordico, Olli Kotro, sedeva l’altro giorno a Milano con Matteo Salvini e altri sovranisti, nella conferenza sul tema «Verso l’Europa del buonsenso». «Il nostro obiettivo è quello di essere il primo gruppo del prossimo Parlamento europeo», ha detto Salvini a nome di tutti loro. E i «Veri finlandesi» rappresentati da Kotro, populisti oggi ribattezzatisi Partito dei finlandesi, certo condividono il suo ottimismo. A poche ore dalle elezioni di oggi, i sondaggi li dipingono infatti in continua crescita: al secondo posto fra tutti gli altri partiti, con oltre il 16% dei voti; al di sopra dei tre partiti del governo dimissionario di centrodestra, e solo un paio di punti alle spalle del Partito socialista, il più antico del Paese, che però è all’opposizione (nessuno dovrebbe superare comunque il 20% dei voti, si va verso l’instabilità).

Per arrivare a questo risultato, Kotro e i suoi hanno giocato 4 carte: la campagna contro gli immigrati stranieri; la paura di una parte dell’opinione pubblica per l’aumento dei reati sessuali attribuiti dall’estrema destra agli stessi immigrati; il «no» stile Trump alle lotta contro i cambiamenti climatici; e il disagio di molti anziani di fronte alle mancate riforme del Welfare, il sistema dell’assistenza sociale un tempo giudicato un modello per tutta l’Ue. Le parole «disagio» e «paura» certo stonano in un Paese che nel 2018 è stato giudicato dall’Onu il più felice del mondo. Ma così è, a partire dall’ostilità coltivata contro gli immigrati. Anche se gli immigrati, dati Eurostat, sono appena 5,8% ogni mille abitanti. Ma sono diversi per cultura e religione, dicono quelli del «Partito dei finlandesi», lo straniero specie se musulmano ha un diverso concetto della famiglia, della donna, del sesso. E così puntano il dito su certe statistiche. Sono spesso contraddittorie, a seconda delle fonti. Ma l’aumento di alcuni crimini sembra reale: le denunce di stupro (1.338) sarebbero aumentate del 7,5% nel 2017-2018, quelle di abusi sui minori del 17%. E secondo la polizia, il 25% dei reati sessuali (34% nel caso degli stupri) potrebbe essere attribuito a cittadini stranieri. La polizia di Helsinki, poi, fornisce dati ancora più cupi: nel 2018, cittadini stranieri sono stati sospettati per il 54% degli stupri, e per il 32% degli abusi sui minori.

Ma nel concentrarsi troppo sugli alberi, come si usa dire, si rischia di perder di vista la foresta: il primato nei reati sessuali in Finlandia appartiene tuttora a cittadini finlandesi; e il maggior numero di denunce per abusi sui minori, 1.700, risale al 2011, ad anni prima che iniziasse la maggiore ondata migratoria. Poi c’è il disagio economico: la Finlandia non è certo un Paese povero, ma secondo la Commissione Europea il suo Pil è in calo dal 2,5% del 2018, all’1,9% di oggi, all’1.7% previsto per il 2020. La popolazione è sempre più anziana, l’assistenza sanitaria mostra le prime falle, anche il famoso «reddito minimo» garantito a disoccupati o poveri è rimasto un esperimento di un anno e non ha giovato all’immagine della politica: tutto ciò gioca a favore dei populisti.

E per loro, come accaduto in altri Paesi, potrebbe votare anche una parte dell’elettorato femminile, scontenta per le disuguaglianze lavorative e sociali. A Helsinki nel 2016, secondo i dati Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, a parità di impieghi l’uomo guadagnava in media il 16,5% in più della donna (5,6% in Italia, media Ocse al 13,8%). E nel 2017, la percentuale di donne che sedeva nei consigli di amministrazione delle grandi aziende pubbliche era del 32,8%. Meno che in Italia (34%) o in Francia (43,4%). Anche il governo dimissionario di Helsinki non sembra amare le quote rosa: fra i suoi 17 ministri, le donne sono 6. Nel Partito dei finlandesi, invece, c’è una donna al posto di numero due: Laura Huhtasaari, sarà certo una coincidenza ma è quasi la sosia di Marine Le Pen.

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