20 aprile 2019 - 01:18

Turchia ed Emirati, la guerra delle spie dalla Libia al Golfo

I due Paesi con interessi contrapposti. Ankara ha annunciato l’arresto di due presunti agenti emiratini. La polizia ha scoperto un computer ed altro materiale dietro un comparto segreto in una «casa sicura» per gli operativi

di Guido Olimpio

  Poliziotti turchi in una foto di repertorio (Ap) Poliziotti turchi in una foto di repertorio (Ap)
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Guerra di ombre tra Turchia ed Emirati, due rivali con interessi contrapposti dalla Libia al Golfo. Ankara ha annunciato l’arresto di due presunti agenti emiratini arrivati nel paese per sorvegliare possibili oppositori. Informazioni che vanno ovviamente confermate visto il “clima” politico e la continua battaglia di propaganda. E’ possibile che l’intelligence fosse in allarme ed abbia seguito le mosse delle spie per ricostruirne i contatti a Istanbul. Secondo la versione ufficiale la polizia ha scoperto un computer ed altro materiale dietro un comparto segreto in un appartamento che svolgeva la funzione di «casa sicura» per gli operativi. Inoltre sembra che la coppia abbia condotto ricerche su esuli, studenti e altre persone ritenute interessanti per la loro attività. Una vicenda che potrebbe portare ad altre piste. Sempre gli investigatori hanno aggiunto che uno degli arrestati era in città il giorno dopo la scomparsa, all’interno del consolato saudita, dell’oppositore Jamal Khashoggi. Intrigo conclusosi con l’uccisione brutale del dissidente. E dunque i turchi non escludono che possa esserci un legame tra i due casi. Nel grande gioco mediorientale la Turchia è al fianco del Qatar e appoggia alcune brigate islamiche in Libia mentre gli Emirati, stretti alleati di Riad, sono sulla barricata opposta e hanno fornito armi/equipaggiamenti alle unità del generale Haftar, oggi protagonista dell’offensiva su Tripoli. Ma questo è solo uno dei punti di frizione. Infatti la rivalità si estende ad altre regioni ed è esacerbata dall’avversione profonda degli Emirati verso la Fratellanza musulmana. Dunque una partita dove si mescolano questioni strategiche, religiose e militari. La piccola Sparta guidata dall’uomo forte di Abu Dhabi – lo sheikh Zayed bin Sultan, grande sponsor del principe Mohammed dell’Arabia Saudita - contro Erdogan, ambizioso ma spesso meno rapido nelle prendere decisioni.

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