25 aprile 2019 - 15:17

Sri Lanka, uno degli attentatori rilasciato. Diffuse le foto di 7 ricercati

I particolari diffusi dalla Cnn. Altri complici dell’uomo erano sorvegliati, ma non erano stati fermati per mancanza di prove concrete. Si dimette il ministro della Difesa

di Guido Olimpio

Sri Lanka, uno degli attentatori rilasciato. Diffuse le foto di 7 ricercati Getty Images
shadow

Le forze di sicurezza cingalesi hanno condotto una serie di operazioni sulla costa orientale del paese. Raid seguiti da un conflitto a fuoco con un gruppo di terroristi e dalla scoperta di un covo nella località diAmpara. Mentre alcuni fonti hanno ipotizzato possibili azioni suicide. News al momento confuse in quanto gli eventi sono ancora in corso. L’azione congiunta di polizia-militari è stata lanciata per prevenire possibili nuovi attentati. E durante un rastrellamento gli agenti hanno individuata una base sequestrando molto materiale: 150 candelotti di esplosivo, migliaia di biglie di ferro da usare come “schegge” per le bombe, una bandiera dell’Isis e un piccolo drone con telecamera.

La polizia ha identificato un’ampia rete di simpatizzanti Isis, oltre 140 elementi, dei quali 70 sono finiti in arresto. Fonti ufficiali hanno precisato che la cellula si sarebbe addestrata nel paese e all’estero sotto la guida di «Army Mohideen», nome di battaglia dietro il quale potrebbe nascondersi un ex soldato - Bathurdeen Mohammed Mohideen - comparso in una delle segnalazioni dell’intelligence indiana. In base alla ricostruzione i militanti, nel tempo libero, si dedicavano allo sport, dal calcio alla palestra. Forse non era solo uno svago, ma una tattica già usata da nuclei jihadisti per coprire i contatti.

Le autorità hanno confermato che Zahran Hashim, il predicatore oltranzista considerato la guida religiosa della gang islamica, è morto nell’esplosione in uno degli hotel. I test del DNA hanno confermato quanto sospettato dopo il massacro. L’estremista non aveva mai celato le sue posizioni violente e infatti era stato segnalato non solo dall’India, ma anche dalla comunità musulmana. Tutto inutile. Uno dei molti errori della sicurezza di Colombo. Un disastro che ha portato alle dimissioni del ministro della Difesa e del capo della polizia. Mosse inevitabili dopo quanto è emerso.

L’uomo-bomba protagonista dell’attacco al Cinnamon Hotel, Imsath Ibrahim, era finito nelle indagini della polizia dopo un blitz lanciato in una zona di campagna. Gli agenti – forse grazie anche alle soffiate arrivate dall’India – avevano scoperto la base sequestrando cento chilogrammi di esplosivo, armi, materiale suscettibile di essere impiegato per azioni terroristiche. Dopo qualche giorno però, il militante è tornato libero. Si è ipotizzato che lo abbiano lasciato andare grazie all’intervento del padre, Mohammed Ibrahim, ricco mercante di spezie con forti agganci nella politica dell’isola. Due suoi figli, Imsath e Ilham, si sono fatti saltare nelle incursioni all’interno degli hotel. Un terzo è ricercato.

Il premier Ranil Wickremesinghe, in una intervista all’emittente Usa, ha aggiunto che un certo numero di membri del network erano noti alle autorità, alcuni sono stati tenuti d’occhio per diverso tempo. Solo che durante le indagini non sarebbe emerso nulla di incriminante. Un fallimento nella prevenzione che si somma a quello degli allarmi ignorati. In base a nuove ricostruzioni l’intelligence indiana ha comunicato i primi dati, a livello informale, fin dallo scorso novembre. A questo contatto ne sono seguiti altri, con l’aggiunta di particolari su una cellula creata dal predicatore Zahran Hashim, pare vicina a mujaheddin dell’Isis in Afghanistan. Un report ufficiale però – ha scritto il Guardian – è stato trasmesso solo all’inizio di aprile.

In Sri Lanka le misure di sicurezza restano in piedi perché l’esecutivo teme altri colpi contro i cristiani e anche la comunità Sufi. Infatti sono state sospese, fino alla prossima settimana, cerimonie e eventi religiosi. Sempre gli indiani hanno sottolineato che sarebbe pronto ad agire un secondo nucleo composto, forse, da membri della famiglia Hashim e dai estremisti arruolati dagli Ibrahim. Ambasciata Usa e governo britannico hanno invitato i propri connazionali alla massima attenzione. Una pressione che ha spinto la polizia a diffondere le foto di sette ricercati, comprese tre donne, nella speranza che i cittadini possano aiutare ad individuarli. Successivamente i portavoce sono stati costretti a togliere una delle immagini in quanto hanno inserito nella lista il volto di una ragazza totalmente estranea. Altra correzione - clamorosa - ha riguardato il numero delle vittime: per il ministro della Sanità sarebbero “circa 253”, ossia cento in meno. Non è chiaro, per ora, il motivo del nuovo bilancio.

Sri Lanka, uno degli attentatori rilasciato. Diffuse le foto di 7 ricercati

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT