27 febbraio 2019 - 09:59

Tensione India-Pakistan: «Islamabad ha abbattuto un nostro caccia»

L'annuncio a poche ore dalla rappresaglia pachistana all’incursione aerea condotta ieri dall’India contro il «covo degli estremisti». Islamabad: «Il pilota scomparso catturato da noi»

di Alessandra Muglia

Tensione India-Pakistan: «Islamabad ha abbattuto un nostro caccia»
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E' altissima tensione fra India e Pakistan, storici nemici e potenze nucleari. E per quanto a parole, sia India che Pakistan rifuggano dall'ipotesi di una nuova guerra per il Kashmir, si registra una nuova escalation dopo i reciproci raid aerei lungo il confine de facto nella regione contesa.

Scontro aereo al confine

Islamabad ha annunciato stamattina di aver abbattuto due jet indiani entrati nel proprio spazio aereo e di aver catturato i due piloti. New Delhi invece ha riferito di aver perso un solo Mig21 mentre i suoi mezzi erano impegnati a respingere l'incursione condotta da jet pachistani nello spazio aereo indiano in Kashmir. Una risposta, quest'ultima, all'attacco aereo condotto ieri da New Delhi contro una «base di estremisti» nel Kashmir pachistano.

Il pilota indiano catturato

New Delhi ha ammesso che nello scontro aereo della mattinata è «scomparso un pilota», che il Pakistan dice di aver catturato. Il portavoce del ministeri degli Esteri ha anche riferito che è stato distrutto un jet pakistano, notizia negata da Islamabad.

Due ricostruzioni diverse

I due Paesi si sono divisi anche nella ricostruzione di quanto accaduto ieri.
Mirage indiani avrebbero compiuto un’incursione contro una base di guerriglieri in Pakistan, i mujaheddin della fazione Jaish-e-Mohamed responsabile dell’attentato kamikaze del 14 febbraio. L'attacco contro i guerriglieri JeM sarebbe avvenuto vicino alla città pachistana di Balakot, a qualche miglia di distanza dalla linea di confine che di fatto separa il Kashmir indiano da quello pachistano, è la versione di Delhi. Nel raid aereo, riferisce Delhi, sono morti «un gran numero» di miliziani, ma nessun civile è stato coinvolto. «Abbiamo ricevuto informazioni credibili secondo cui JeM stava pianificando ulteriori attacchi suicidi in India — hanno fatto sapere dal ministro degli Esteri indiano. «A fronte di un pericolo imminente, un attacco preventivo si è reso assolutamente necessario».
Il portavoce delle forze armate del Pakistan, Asif Ghafoor, ha però smentito in un tweet questa ricostruzione, sostenendo che l’attacco «non ha causato vittime». Le bombe sarebbero state sganciate in un’area aperta e disabitata.

Inoltre secondo la versione pachistana due jet indiani sono stati respinti e abbattuti e soltanto al terzo tentativo gli indiani sarebbero riusciti a sconfinare e a sganciare le bombe vicino la città di Balakot, nella provincia settentrionale di Khyber Pakhtunkhwa, a qualche miglia di distanza dal confine de facto che divide in due il Kashmir.

Motivazioni

I due Paesi offrono anche due spiegazioni molto diverse sulle ragioni all’origine dell’attacco. New Delhi ha parlato di operazione anti terrorismo e presentato la sua incursione aerea come risposta all’attentato che due settimane fa aveva provocato la morte di una quarantina di soldati indiani. La ministra degli Esteri indiana Sushma Swaraj ha detto che il Paese non vuole «un'ulteriore escalation» con il Pakistan. E che «non si è trattato di un'operazione militare ma di un attacco preventivo contro la base dei terroristi Jaish-e-Mohammed», responsabili dell’attentato kamikaze del 14 febbraio. Dall’ufficio del premier pachistano Khan però l’hanno spiegata diversamente: «Questa azione è stata fatta a uso e consumo interno, la campagna elettorale sta mettendo la pace e la stabilità regionale in grave pericolo». Le elezioni in India sono previste entro il prossimo maggio. Il ministro degli Esteri pachistano Shah Mehmood Qureshi accusa l’India di voler innescare una guerra. E in un comunicato spiega così il raid aereo di oggi: «Il fine ultimo di questa azione era dimostrare il nostro diritto, la nostra volontà e la nostra capacità di autodifesa. Non vogliamo aumentare l'escalation, ma siamo pienamente preparati se costretti a quello schema», si legge nella nota.

Spazio aereo chiuso

Intanto l'India ha chiuso il proprio spazio aereo a nord di Delhi. Anche alcuni voli in arrivo all'aeroporto internazionale Indira Gandhi sono stati dirottati verso scali più a sud. Poco prima anche il Pakistan aveva annunciato la chiusura di tutto il suo spazio aereo ai voli commerciali.

Parole distensive

Il premier pakistano, Imran Khan, ha teso la mano a New Delhi, dicendo di comprendere la rabbia del governo indiano per l'attentato di due settimane fa nel Kashmir indiano e offrendosi di collaborare alle indagini, ma ha invitato alla «ragionevolezza». «Il buon senso dovrebbe prevalere: la guerra non è nell'interesse di nessuno. Le armi ce le abbiamo noi e e ce le hanno loro, possiamo permetterci un errore di calcolo? Se comincia l'escalation, dove andiamo a finire?». Stessi toni sono stati usati dal ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj: «L'India non vuole vedere un'ulteriore escalation di questa situazione; continuerà ad agire responsabilmente e con moderazione».

Prima volta da anni

Ma al di là delle parole i blitz aerei rappresentano un punto di rottura: sono i primi dalla guerra tra India e Pakistan del 1971, e si inseriscono in una fase di rinnovata escalation tra New Delhi e Islamabad per il Kashmir conteso. La tensione tra i due Paesi arci nemici è tornata alta dopo che lo scorso 14 febbraio i miliziani pachistani che si battono per il controllo della regione hanno sferrato un attentato contro un convoglio di militari indiani che transitava vicino Pulwama, nella parte controllata dall’India, uccidendone 46. Il governo del premier Modi ha accusato nuovamente il Pakistan di sostenere il gruppo armato, accuse che il primo ministro pachistano Imran Khan da sempre respinge con forza.

Quattro guerre

Negli ultimi 71 anni India e Pakistan hanno combattuto 4 guerre di cui 3 nella regione del Kashmir e si sono adoperate con successo per raggiungere la capacità nucleare: negli arsenali delle due potenze si stima vi siano circa 250 testate complessivamente, sufficienti per la totale distruzione di entrambi i Paesi. Soprattutto per questo si teme che questi blitz possano portare a una preoccupante escalation.

Il monito americano

Gli Stati Uniti hanno invitato India e Pakistan alla moderazione. Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha avuto colloqui telefonici con i ministri dei due stati. Ma l'influenza di Washington verso Islamabad si è indebolita: il Pakistan ha ormai nella Cina il suo partner privilegiato. Mentre New Delhi, per quanto guardi a Mosca come a un partner militare e commerciale, resta vicina agli Usa in chiave di contenimento dell’espansionismo cinese nell’area indo-pacifica.

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