2 gennaio 2019 - 09:07

India, migliaia di donne protestano per entrare al tempio proibito

Dopo che a due donne è stato negato l’accesso in Kerala ad un sito religioso a causa della loro età «fertile», una catena umana di manifestanti è riuscita a ottenere l’ingresso. Le proteste dei conservatori

di Marta Serafini

India, migliaia di donne protestano per entrare al tempio proibito
shadow

Bandite dal tempio a causa del loro corpo e della loro fertilità per non indurre in tentazione la divinità. Succede in India dove due donne sono riuscite ad entrare al tempio indù di Sabarimala nello Stato indiano del Kerala solo dopo che una catena formata da decine di migliaia di donne ha protestato «a sostegno dell’uguaglianza di genere» .

Il tempio è da secoli proibito alle donne in età fertile tra i 10 e i 50 anni , nonostante la Corte Suprema indiana abbia abolito il divieto di ingresso lo scorso settembre. La credenza indù infatti vuole che il dio Ayyappa sia celibe e che le donne possano indurlo in tentazione. Tuttavia, nonostante la sentenza, i religiosi integralisti continuano ad attaccare le donne che tentano di entrare. E così è stato anche per le due, Bindu Ammini, 40 anni, e Kanaka Durga, 39 anni, che dopo aver provato l’ingresso si sono viste respinte.

Tuttavia per Bindu e Kanaka sono scese in piazza migliaia di altre donne che, su invito del governo di sinistra del Kerala, hanno formato un «muro delle donne» su tutte le principali autostrade del Kerala, dalla punta nord di Kasaragod a sud di Thiruvanthapuram. Secondo un rappresentante delle autorità locali citato dalla Bbc a manifestare sarebbero state addirittura 5 milioni di donne mentre altre fonti parlano di migliaia. All’indomani della manifestazione, a Bindu e Kanaka è stato permesso di entrare nel tempio di notte, coperte da un velo nero. E l’ingresso è stato confermato dal primo ministro del Kerala Pinarayi Vijayan, esponente del partito Comunista d’India.

La questione ha coinvolto anche la politica nazionale. Dopo l’ingresso delle due scontri si sono verificati fuori dal tempio e la polizia ha usato lacrimogeni per disperdere i manifestanti. I custodi del luogo sacro hanno deciso di chiuderlo per un’ora «per eseguire rituali di purificazione». Sulla vicenda è intervenuto il primo ministro Narendra Modi che in un’intervista martedì ha cercato di spiegare come il divieto riguardi una credenza religiosa e non una questione di genere e per tanto non vada considerato un problema di diritto. Inoltre i partiti dell’opposizione hanno accusato il governo del Kerala. «I comunisti hanno profanato il tempio? Terribile, se è vero», ha twittato il leader del BJP, il partito del popolo indiano, lo stesso del primo ministro Modi.

Come dire insomma che la vicenda del tempio, delle donne e del dio Ayappa è tutt’altro che finita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT