3 gennaio 2019 - 21:43

Migranti, scontro de Magistris-Salvini sulla Sea Watch. La Ue chiede «più solidarietà» agli stati membri

Si infiamma la polemica tra il sindaco di Napoli e il ministro dell’Interno. Il leader della Lega: «Per certi sindaci è finita la pacchia, si dimettano». Ma la «Sea Watch» ringrazia de Magistris: «Siamo commossi». Oggi arrivano gli aiuti a bordo

di Marta Serafini

Migranti, scontro de Magistris-Salvini sulla Sea Watch. La Ue chiede «più solidarietà» agli stati membri
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«Tra mare e terra esiste un ponte fatto di alleanze e solidarietà inarrestabili»: così scrivono gli equipaggi di Sea Watch e Mediterranea, le due navi delle ong che oggi andranno a bordo della Sea Watch 3 che da ormai 14 giorni aspetta l’assegnazione di un porto sicuro per 32 migranti salvati nel Mediterraneo il 22 dicembre scorso. La missione ha il compito di portare supporto logistico e materiale alla nave: negli ultimi giorni scarseggiavano le condizioni igieniche, l’acqua, il cibo. Ma porterà anche a bordo i parlamentari tedeschi, che potranno rendersi conto della situazione e fare poi pressione su Berlino che non ha ancora dato il suo via libera alla possibilità di accogliere i migranti, in un braccio di ferro che continua da giorni.

Da un lato l’esortazione della Commissione europea a trovare una soluzione e il niente di fatto delle cancellerie europee e dall’altra l’offerta dei sindaci italiani. In mezzo, 49 migranti ancora senza porto sicuro a poche miglia da La Valletta. Oltre alle 32 persone raccolte dalla Sea Watch al largo della Libia il 22 dicembre, si sono aggiunti i 17 della Professor Albrecht Penck, nave di SeaEye. Ad entrambe le imbarcazioni delle ong tedesche già mercoledì in serata Malta ha concesso l’ingresso nelle acque territoriali per trovare riparo dal mare in tempesta. Fin qui però le autorità de La Valletta hanno negato lo sbarco in porto. Come ormai è «prassi» da quando Roma ha chiuso i porti alle navi delle ong, prima è necessario che i governi europei trovino un’intesa sulla ripartizione dei migranti. E proprio su questo punto in giornata un invito ad accelerare la trattativa è arrivato dalla Commissione europea, con il commissario per la Migrazione Dimitris Avramopoulos che ha esortato gli Stati membri ad avere «maggiore solidarietà perché la situazione dimostra ancora una volta che è urgente trovare soluzioni sostenibili».

A preoccupare sono le condizioni psicofisiche dei migranti provati oltre che dal viaggio e dagli abusi subiti in Libia, anche dal mal di mare prolungato. Solo a bordo della Sea Watch sono presenti minori non accompagnati, un bambino di 1 anno e tre donne. «Non siamo attrezzati per una permanenza a bordo così prolungata», aveva spiegato la staff medico della ong tedesca presente a bordo. Nell’attesa di una quadra, offerte di aiuto sono arrivate dall’Italia, in particolare dai sindaci dell’opposizione, impegnati in uno scontro con il Viminale che ha come nodo proprio l’accoglienza e il decreto sicurezza. «Mi auguro che questa barca si avvicini al porto di Napoli perché contrariamente a quello che dice il Governo noi metteremo in campo un’azione di salvataggio e la faremo entrare in porto. Sarò il primo a guidare le azioni di salvataggio», ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. L’ex pm in una lettera alla ong ha anche specificato — riferendosi a Salvini — che «se la protervia del ministro dovesse spingersi fino a impedirle di entrare, abbiamo già disponibili 20 imbarcazioni che, in sicurezza raggiungeranno Seawatch3 per portare a terra le persone che lei sta ospitando».

Oltre alla lettera di de Magistris, da registrare anche l’intervento del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha chiamato in causa il ministro dei Trasporti pentastellato: «Il porto di Palermo è assolutamente aperto per loro e vorrei che il Ministro Toninelli facesse quello che ho fatto io e ordinasse di non seguire le indicazioni del suo collega, il ministro dell’Interno». Tutte offerte cui l’ong tedesca ha replicato via Twitter: «Grazie #Napoli, grazie #Palermo, grazie #Livorno. Ci dà speranza vedere città italiane lottare per chi è in difficoltà in mare. Grazie a @LeolucaOrlando1 @demagistris e @nogarin e a tanti altri che difendono i diritti umani insieme a noi». Dal Viminale in serata è arrivata l’ennesima doccia fredda. «I porti italiani sono chiusi, abbiamo accolto già troppi finti profughi, abbiamo arricchito già troppi scafisti! I sindaci di sinistra pensino ai loro cittadini in difficoltà, non ai clandestini», è stata la replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma intanto le onde al largo di Malta non sembrano placarsi.

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