5 maggio 2019 - 11:15

Inizia il Ramadan per 1,8 miliardi di musulmani: guida al mese del digiuno

Tra oggi e domani scatta il nono mese del calendario islamico, durante il quale i fedeli osservano il digiuno dall’alba al tramonto. Dovrebbe essere un periodo di pace ma i gruppi estremisti spesso compiono attacchi e attentati

di Marta Serafini

Inizia il Ramadan per 1,8 miliardi di musulmani: guida al mese del digiuno
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La speranza — fragile — è che sia, come dovrebbe essere, un mese di pace. Inizia tra stasera e domani (e terminerà il 4 giugno sera) il Ramadan il mese sacro del calendario lunare islamico dedicato alla preghiera e al digiuno durante le ore diurne. A rispettarlo, 1,8 miliardi di fedeli nel mondo.

In sintesi: Il Ramadan è il nono mese del calendario islamico che a differenza del calendario gregoriano segue i cicli lunari e non quelli solari. Questo significa che il Ramadan si verifica circa 11 giorni prima di ogni anno gregoriano (nel 2018 il Ramadan è iniziato il 16 e si è concluso la sera del 14 giugno). L’inizio del Ramadan varia da paese a paese di circa un giorno, a seconda della luna nuova. In Qatar, Indonesia, Libano, Siria, Egitto, Marocco, Emirati, Bahrain e altri inizierà lunedì. Stesso giorno anche per l’Arabia Saudita e la Turchia.

Il Ramadan è uno dei cinque pilastri dell’Islam e segna il mese in cui il Corano è stato rivelato per la prima volta al Profeta Maometto. In pratica si traduce in un mese di digiuno dall’alba al tramonto, la rinuncia al cibo e all’acqua, il fumo e l’attività sessuale, con l’obiettivo di purificarsi e pregare. Chi lo osserva consuma un pasto prima dell’alba, chiamato suhoor, e un secondo con amici e parenti dopo il tramonto, l’iftar.

Ovviamente, essendo regolato da tramonto e alba, la durata del digiuno varia a seconda della posizione geografica. Durante queste ore i musulmani si concentreranno sulla preghiera e sulla lettura del Corano e sono incoraggiate l’elemosina e l’assistenza agli altri. È un periodo di riflessione, pazienza, autocontrollo e generosità che ha lo scopo di avvicinare i musulmani ad Allah. Il digiuno è obbligatorio dalla pubertà in poi, generalmente tra i 12 ei 14 anni, anche se alcune famiglie i bambini iniziano ad osservarlo a 10 anni. Sono esentati gli anziani, i malati, chi è in viaggio, le donne incinte o che stanno allattando. Anche durante il ciclo mestruale si può sospendere il digiuno, per poi completarlo in un secondo momento.

Al termine del Ramadan si celebre l’Eid al-Fitr, letteralmente la “festa della rottura del digiuno” . Durante la celebrazione i musulmani si augurano l’un l’altro Eid dicendo “Eid Mubarak” e spesso si riuniscono con la famiglia e gli amici per mangiare e pregare insieme. Per l’occasione poi in tutto il mondo arabo vengono diffuse serie e telenovele, tra le più attese quest’anno la decima stazione di Bab Al Hara, dramma siriano che racconta le gesta dell’indipendenza dalla Francia. In arrivo anche la prima serie irachena, «The Hotel», girata a Bagdad, salutata anche come segno di speranza, dato che era dal 2012 che in Iraq le produzioni televisive erano sospese.

Durante il Ramadan era usanza sospendere i combattimenti. Ma con il passare degli anni i gruppi estremisti hanno invece deciso di insanguinare con attacchi e attentati questo periodo sacro. Nel 2017, una moschea a Londra fu attaccata durante il Ramadan: morì un anziano fedele. Lo stesso anno, sei musulmani furono uccisi a colpi d’arma da fuoco in una moschea in Canada. Spesso arrivano segnalazioni di bombe ai luoghi di culto e nel Medio Oriente insanguinato attacchi a moschee e chiese sono moneta comune.Nella Striscia di Gaza i mercati sono affollati e i preparativi continuano, anche se la popolazione vive nella tensione e nell’incertezza, mentre partono razzi verso Israele, che risponde colpendo le postazioni di Hamas. In Afghanistan i talebani hanno respinto la richiesta di un cessate il fuoco per il Ramadan e hanno attaccato il consiglio tradizionale che ha presentato la proposta.

Altrove si registrano anche notizie più incoraggianti: in Tunisia la concomitanza tra il periodo del Ramadan e le festività legate al tradizionale pellegrinaggio ebraico all’antica sinagoga di Ghriba a Djerba, promette di portare un messaggio di tolleranza e coesistenza tra religioni. Anche in Italia in molti osserveranno il digiuno. Secondo le ultime stime, i musulmani sono circa un milione e mezzo, il 28% del totale degli immigrati nel nostro Paese, oltre a una minoranza di convertiti italiani. Fedeli che in molte città continuano a chiedere una moschea «ufficiale», in cui poter praticare la loro libertà di culto.

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