8 maggio 2019 - 21:55

Araújo: «Combattere il sovranismo per salvare nazione (e anima)
Il Brasile sta con i sovranisti»

Il ministro degli Esteri è stato ha incontrato Matteo Salvini a Roma e oggi è in Ungheria: «Vorremmo diventare membri della Nato a tutti gli effetti»

di Monica Ricci Sargentini

Araújo: «Combattere il sovranismo per salvare nazione (e anima)  Il Brasile sta con i sovranisti»
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ROMA Un’alleanza sovranista tra i Paesi che vogliono recuperare l’orgoglio nazionale e patriottico. È questo che il filo che unisce il tour europeo in Italia, Ungheria e Polonia del ministro degli Esteri Brasiliano, Ernesto Araújo, 51 anni, in carica da quattro mesi, La prima tappa si è conclusa ieri a Roma dopo due giorni di incontri con imprenditori italiani che operano in Brasile ma, soprattutto, con rappresentanti del governo: in primis il ministro dell’Interno e vice presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Salvini, e la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta.

Perché partire dall’Italia?
«Perché in Brasile c’è la più grande comunità italiana all’estero e perché con voi abbiamo la partnership più forte sia politica che economica. Apriremo un dialogo con le aziende italiane che sono in Brasile, c’è un potenziale enorme. Ma, soprattutto, condividiamo gli stessi valori, una visione simile del mondo».

Quali sono questi valori?

«La promozione della democrazia, prima di tutto. Ma anche la visione di una nazione con le radici. Noi vogliamo recuperare un approccio patriottico. In questo senso Matteo Salvini è il più vicino a noi».

Per questo l’Ungheria e la Polonia saranno le prossime tappe del suo viaggio?

«Sì, in un certo senso, perché vogliono preservare le nostre radici cristiane. Le riforme economiche possono funzionare solo se c’è anche un retroterra culturale su cui appoggiarsi. La cultura postmoderna si è distanziata dall’ identità nazionale invece è necessario recuperare il nazionalismo pur continuando ad essere una società aperta».

Pensate che sia arrivato il momento di un’Europa sovranista?

«Siamo pronti a lavorare con tutti in Europa, a Brasilia ho recentemente incontrato con grande profitto il ministro degli Esteri tedesco, ma certo c’è una vicinanza con i sovranisti. L’Europa ha bisogno di reinventarsi, per noi il progetto europeo è un’ispirazionE. ma c’è bisogno di un passo avanti».

Il Brasile guarda al Vecchio Continente....

«Il nostro Paese ha forte connessioni con l’Occidente, sia per storia che per tradizioni. In questo senso la mia presenza qui è simbolica perché Roma è il centro delle nostre radici. Ogni volta che ci torno mi emoziono profondamente. Non a caso all’accademia diplomatica ho voluto che fosse inaugurato un corso di cultura classica. Conoscere Aristotele e Platone ti dà una dimensione diversa».

Chiedete un coinvolgimento più forte nella Nato?

«Siamo già un alleato importante, ma ora si sta pensando alla possibilità di diventare membri a tutti gli effetti. Sarebbe una sfida militare ma anche politica perché, per esempio, bisognerebbe pensare a come il Brasile può contribuire alla difesa comune. Presto diventeremo membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, abbiamo il supporto dei Paesi europei».

Perché è così importante sentirsi parte dell’Occidente?

«Ci consente di accelerare le nostre riforme economiche ed è uno stimolo per il Paese ad adottare politiche sane.Per ora siamo partiti dall’Atto per la libertà economica che rende più facile aprire un’attività».

A differenza di Trump voi non avete disdetto l’accordo di Parigi sul clima, ma alcune Ong denunciano disboscamenti nella foresta amazzonica. Qual è la vostra posizione?

«Noi vogliamo preservare la foresta amazzonica, siamo un Paese molto rispettoso dell’ambiente, in Brasile solo il 30% del territorio viene usato per agricoltura e allevamento. Però in Amazzonia vivono 30 milioni di persone e dobbiamo dare loro i mezzi di sussistenza».

Lei parla spesso in modo critico dell’ideologia «globalista». Perché?

«Perché è la visione di un’economia liberale in una società frammentata in cui non ci sono più forti sentimenti nazionali. L’uomo postmoderno è un uomo senza anima».

Trump dice «prima l’America», Salvini «prima gli italiani», qual è il suo slogan?

«Io direi “prima il Brasile e i brasiliani”. Servono delle riforme che diano seguito ai bisogni di chi fino ad oggi non si è sentito rappresentato».

Il presidente Bolsonaro verrà in Italia?

«Prima abbiamo invitato il premier Giuseppe Conte in Brasile, poi Bolsonaro ricambierà la visita».

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