20 marzo 2019 - 10:16

Nuova Zelanda, la premier Jacinda Adern: «Tutti insieme contro il razzismo»

Oggi a Christchurch i primi funerali delle vittime della strage. Adern invita a non nominare il killer per non fargli pubblicità.

di Monica Ricci Sargentini

Nuova Zelanda, la premier Jacinda Adern:  «Tutti insieme contro il razzismo»
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Ieri aveva invitato il popolo a non nominare mai il terrorista autore della strage nelle moschee di Christchurch, oggi la premier neozelandese Jacinda Adern ha lanciato un appello perché «tutto il mondo lavori per creare un ambiente sicuro, tollerante e inclusivo nel giorno in cui si seppelliscono i primi corpi delle 50 vittime uccise venerdì scorso. Avvolti in un telo bianco, il viso rivolto alla Mecca, sei salme sono state sepolte nel cimitero della città davanti a centinaia di persone. Tra le vittime migranti e rifugiati arrivati da Pakistan, India, Malaysia, Indonesia, Turchia, Somalia, Afghanistan and Bangladesh. Il più giovane era un bambino di 3 anni figlio di due somali.

Il dolore

«Non posso nemmeno spiegare a parole quanto questo sia doloroso pensare che una famiglia sia arrivata qui per avere sicurezza e invece...» ha detto la premier durante la seconda visita a Christchurch dal giorno del massacro. «Vogliamo mostrare il nostro appoggio alla comunità musulmana mentre si apprestano a tornare in moschea venerdì prossimo».

«Con il suo atto di terrore voleva ottenere molte cose. Una è la notorietà. Ed è per questo che non mi sentirete mai menzionare il suo nome», aveva detto ieri Ardern in un appassionato discorso in Parlamento, che ha iniziato con le parole: «Al-Salaam Alaikum», ovvero, «La pace sia con voi», in arabo.

«Io vi imploro, citate i nomi delle persone che abbiamo perso, piuttosto che il nome dell’uomo che le ha uccise. È un terrorista. È un criminale. È un estremista. Ma ora sarà, mentre parlo, senza nome», ha detto ancora la premier. «Cercava la notorietà, ma noi, in Nuova Zelanda, non gli daremo nulla, neanche il suo nome», ha scandito davanti ai deputati.

Il processo

In effetti, l’autore della strage sembra intenzionato davvero a sfruttare il più possibile ogni mezzo per ottenere notorietà e diffondere le sue aberranti idee. Persino il suo processo. Non a caso ha licenziato l’avvocato che gli era stato assegnato d’ufficio affermando che intende difendersi da solo. E su questo non è chiaro cosa intenda fare la premier. Quando le è stato chiesto, ha risposto che non spetta a lei decidere se il procedimento debba svolgersi o meno a porte chiuse. Ardern ha però chiaramente intrapreso dei passi per cercare di evitare che in futuro dirette come quella dalle moschee di Christchurch finiscano di nuovo sui social media. E inoltre, ha detto, «siamo in contatto con Facebook. Ci tengono aggiornati sui loro sforzi per rimuovere il video della strage». Facebook, tramite il suo vicepresidente Chris Sonderby, ha fatto sapere che quel maledetto video di 17 minuti mandato in rete dal killer Brenton Tarrant mentre compiva la strage è stato visto in diretta da 200 persone. Poi, sul profilo di Tarrant è stato visto in totale 4mila volte, prima dell’eliminazione. Qualcuno ha però fatto in tempo a farne una copia. E da lì, Facebook ne ha poi rimosso un milione e mezzo di versioni, nelle successive 24 ore. E per questo Ardern ha espresso delusione. Per il fatto che, quattro giorni dopo, il filmato sia ancora online.

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