22 marzo 2019 - 10:18

Le Alture del Golan e il tweet di Trump infiammano il Medio Oriente. La condanna di Ankara e Damasco

Dopo l’annuncio di Washington che riconosce l’annessione israeliana, sale la tensione. Erdogan: «Non consentiremo la legittimazione dell’ occupazione»

di Redazione Esteri

Le Alture del Golan e il tweet di Trump infiammano il Medio Oriente. La condanna di Ankara e Damasco
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Le Alture del Golan ancora una volta infiammano il Medio Oriente. Ad alzare la temperatura del dibattito è stato ieri il tweet del presidente Donald Trump. «Dopo 52 anni è tempo per gli Stati Uniti di riconoscere pienamente la sovranità di Israele sulle Alture del Golan», ha dichiarato. Di fatto, alla vigilia del voto nello Stato ebraico, Trump con la sua mossa — che segue il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme — sta sostenendo il premier israeliano. Netanyahu, indebolito dagli scandali con questo appoggio potrebbe garantirsi un quarto mandato.

Sulle Alture immediata è stata la reazione di Siria e Turchia. Non possiamo consentire la legittimazione dell’occupazione delle alture del Golan». Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, citato dal sito del quotidiano turco Hurriyet, in un discorso tenuto durante una riunione dell’Organizzazione per la cooperazione islamica a Istanbul.«Le infelici osservazioni del presidente sulle alture del Golan - ha aggiunto Erdogan - hanno portato la regione sull’orlo di nuove tensioni». Anche la Damasco ha denunciato con forza le dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump circa la volontà americana di riconoscere l’annessione israeliana delle Alture del Golan «Le dichiarazioni di Trump - riferisce l’agenzia governativa Sana, che cita un comunicato del ministero degli Esteri di Damasco. «Le dichiarazioni di Trump - non cambiano la verità, perché il Golan è e rimarrà siriano». La Siria ha denunciato le affermazioni di Trump come «una violazione delle risoluzioni internazionali» circa l’illegittimità della presenza israeliana.

Reazioni negative sono arrivate anche da Teheran «In quanto potenza occupante, Israele non ha alcuna sovranità su nessun territorio arabo o musulmano», ha affermato il portavoce della diplomazia iraniana, Bahram Qasemi, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa «Irna». E anche l’Egitto ha confermato le sue posizioni, confermando di considerare il Golan siriano come un «territorio arabo occupato». E anche una portavoce dell’Unione europa ha affermato di non riconoscere la sovranità di Israele sulle Alture.

La guerra civile in Siria, e l’intervento di Iran e Israele, ha fatto spesso riemergere in questi anni il tema delle Alture, spesso scenario di scaramucce provocatorie tra gli attori del conflitto. Proprio di recente la stampa israeliana ha riportato la preoccupazione dei vertici dello Stato ebraico per il tentativo con cui il braccio armato del gruppo sciita libanese Hezbollah, finanziato da Teheran e acerrimo nemico di Israele, cerca di reclutarvi miliziani. La storia dello scontro sulle Alture del Golan ha inizio nel giugno del 1967, quando durante la guerra arabo-israeliana dei «sei giorni» i militari israeliani occupano le Alture, che dominano il lago di Tiberiade e quindi la più importante riserva idrica per Israele. Nessun Paese ha mai riconosciuto l’annessione. La Siria e gli Stati arabi fanno riferimento alla risoluzione 242 del Consiglio delle Nazioni Unite che condanna l’acquisizione dei territori con la forza.

Nell’ottobre 1973: la Siria tenta di riconquistare l’altopiano del Golan e infligge pesanti perdite alle truppe israeliane, e l’anno successivo i due Paesi firmano un armistizio. È nel 1981 che, con un’iniziativa che suscita la condanna internazionale, Israele si annette le Alture e offre ai musulmani drusi la possibilità di diventare cittadini israeliani; la gran parte rifiuta l’offerta, che è accettata da 20.000 drusi che ancora vivono sugli altipiani.

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