30 marzo 2019 - 22:03

Papa Francesco e il re del Marocco: «Gerusalemme va preservata»

Nell’appello il Santo Padre e Mohammed VI chiedono «sia garantita la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste»

di Gian Guido Vecchi, inviato a Rabat

Papa Francesco e il re del Marocco: «Gerusalemme va preservata»
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Papa Francesco e il re del Marocco Mohammed VI, «riconoscendo l’unicità e la sacralità di Gerusalemme / Al Qods e avendo a cuore il suo significato spirituale e la sua peculiare vocazione di Città della Pace», hanno firmato un appello per «preservare la Città santa» nel suo «carattere multi-religioso» e perché «siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto». Sullo sfondo, la decisione degli Strati Uniti di trasferire l’ambasciata a Gerusalemme - di fatto, un riconoscimento della città come capitale - e l’imminenza delle elezioni israeliane del 9 aprile, con relativa polemica intorno alla legge dell’anno scorso voluta dal premier Benjamin Netanyahu che definiva Israele come «Stato-nazione del popolo ebraico». Il sovrano marocchino, per la Santa Sede, rappresenta una concezione dell’Islam moderata. Nel suo primo giorno di viaggio, il Papa ha visitato l’«Istituto per la formazione degli imam, predicatori e predicatrici» voluto dal re e inaugurato nel 2015 per favorire la crescita di un Islam tollerante. L’appello, come più volte sostenuto dalla Santa Sede, richiama lo status particolare di Gerusalemme: «Noi riteniamo importante preservare la Città santa di Gerusalemme / Al Qods Acharif come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo», si legge. «A tale scopo devono essere conservati e promossi il carattere specifico multi-religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme - Al Qods». Di qui la conclusione: «Auspichiamo, di conseguenza, che nella Città santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a Gerusalemme / Al Qods si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra».

Nel dicembre 2017, quando Trump riconobbe Gerusalemme come capitale, la delegazione della Santa Sede all’Onu era intervenuta in Assemblea ricordando «l’obbligo di tutte le Nazioni a rispettare lo storico status quo della Città Santa, in conformità con le relative Risoluzioni dell’Onu». Lo stesso Francesco è intervenuto più volte, in particolare durante l’incontro a Bari con i capi delle chiese cristiane del Medio Oriente, il 7 luglio 2018: «Volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli».

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