1 luglio 2018 - 12:07

L’Austria al timone della Ue

Dalla sua nascita tormentata al suo no al nucleare: 5 cose da sapere sul Paese guidato dal cancelliere Sebastian Kurz dal 1° luglio presidente di turno della Ue

di Redazione Esteri

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Una centenaria guidata da un giovane che vuole mediare tra 2 Europe

La repubblica austriaca nata nel 1918 sulle rovine della Prima guerra mondiale e dell’Impero austro ungarico festeggia quest’anno il suo primo secolo di vita.
«L’Austria, quel che resta», aveva senza pietà riassunto il francese Georges Clemenceau alla nascita del piccolo stato privato degli antichi territori dell’impero asburgico che si estendevano dalla Cecoslovacchia alla Jugoslavia.
La prima repubblica è stata scossa da scontri violenti tra destra e sinistra che porteranno a partire dal 1934 a due dittature, l’astrofascismo di Engelbert Dollfuss e Kurt Alois von Schuschnigg prima e il nazismo poi.
Questi anni di divisioni hanno nutrito a lungo la preferenza degli austriaci per le coalizioni centriste dopo il 1945, a prezzo di un lavoro molto tardivo sulle responsabilità del Paese di nascita di Hitler nei crimini del Terzo Reich.
Da dicembre, il Paese che ha accolto 160mila richiedenti asilo dal 2015 (circa il 2% della sua popolazione) è guidato dal giovane conservatore Sebastian Kurz, 31enne, che governa in coalizione con l’ultradestra dell’Fpö con un programma ostile ai migranti.
Kurz che ha conquistato la cancelleria proprio sull’onda di una decisa retorica anti-immigrazione, è al timone di un semestre di presidenza Ue che sarà dominato dal dossier migranti. Kurz si pone come mediatore e cerniera tra l’Europa che gravita sulla linea Bruxelles-Berlino-Parigi e il Centro-Est di Visegrád.

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